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 2009  febbraio 12 Giovedì calendario

Rio Tinto, il colosso minerario australiano in affanno, si è rivolta alla Cinese Chinalco per avere 19,5 miliardi di dollari: l’affare, composto dall’acquisto di una quota di minoranza e dalla conversione di bond in azioni, è il più grande investimento cinese in una società occidentale

Rio Tinto, il colosso minerario australiano in affanno, si è rivolta alla Cinese Chinalco per avere 19,5 miliardi di dollari: l’affare, composto dall’acquisto di una quota di minoranza e dalla conversione di bond in azioni, è il più grande investimento cinese in una società occidentale. Chinalco comprerà 7,2 miliardi di dollari di bond da convertire in azioni, per salire dal 9 al 18% di Rio Tinto, e spenderà 12,3 miliardi per acquistare partecipazioni fino al 50% in attività minerarie in Cile, Australia, Usa. I soldi serviranno a Rio per pagare una parte importante dei suoi 39 miliardi di dollari di debito. I cinesi avranno un posto nel consiglio di amministrazione e il diritto ad averne un secondo dopo un po’ di tempo. L’affare è arrivato una settimana dopo che Jim Leng ha lasciato all’improvviso il ruolo di presidente, proprio in polemica con l’amministratore delegato Tom Albanese, che trattava con i cinesi. Molti azionisti sono furiosi, perché pochi giorni fa si erano offerti di iniettare nuovo capitale ed evitare cessioni: ” inaccettabile da qualsiasi punto di vista – dicevano alcuni – abbiamo detto ai manager che è meglio raccogliere soldi tra noi che vendere i gioielli di famiglia”.