Michele Farina, Corriere della Sera 12/02/2009, 12 febbraio 2009
MICHELE FARINA PER IL CORRIERE DELLA SERA
HARARE (Zimbabwe) – «Guarda Sekuru, come è arrabbiato », dice Passions seduta sul pavimento davanti allo schermo in bianco e nero. Robert Mugabe ha la faccia tesa. Il vecchio (Sekuru) compie 85 anni tra dieci giorni. «Questo è il peggior regalo che gli potessero fare», sorride Milton. «Speriamo che adesso Tsvangirai vi faccia andare a scuola senza pagare», sospira mamma Patricia. Il commentatore tv parla di momento storico; «inclusive government», un nuovo governo di unità nazionale, due nemici che si trovano fianco a fianco a quasi un anno dalle elezioni, l’inamovibile presidente Bob che affida l’incarico di primo ministro all’ex sindacalista Morgan Tsvangirai (leggi changhirai) che solo due anni fa veniva picchiato dalla polizia per strada. «Questo Paese è mio e solo Dio me lo può togliere» diceva Mugabe fino a pochi mesi fa. Certo rimane presidente, e non ha tutti i torti il barbiere all’aperto sotto un albero di frangipane, all’angolo di questa strada maleodorante nel quartiere Glen Norah: «Sekuru è sopravvissuto anche stavolta». Però da ieri lo Zimbabwe è un po’ meno suo.
Nel giardino del palazzo del governo tre grandi tende per gli ospiti ed enormi poltrone di pelle di elefante. Cerimonia breve, 15 minuti in tutto, il video che va e viene sulla tv nazionale mentre a casa Nkono (nome fittizio per motivi di sicurezza) mamma Patricia prepara la solita verdura (erbette), piatto unico di uno dei due pasti giornalieri. una zona di colera, da quando la nonna Juliet è morta i vicini stanno alla larga, nessuno si stringe più la mano in Zimbabwe, lo dice anche lo spot alla tv, favorisce il contagio. Invece ecco un tetro Mugabe stringere la mano a un sorridente Tsvangirai.
In mattinata un corteo di sostenitori del Movimento per il Cambiamento Democratico (Mdc) del primo ministro ha attraversato il centro cantando. Mugabe ha tenuto un breve discorso, dicendo che il nuovo governo «dovrà servire il popolo e non l’establishment». Tsvangirai ha fatto festa nel grande parco delle esposizioni. «Non dimentichiamo le violenze subite dal nostro popolo», però questo «non è più il tempo dell’odio ma dell’amore», ha detto. Lo Zimbabwe, con l’inflazione che quando l’hanno contata l’ultima volta era del 231 milioni per cento, è collassato. Gli insegnanti che ricevono dallo Stato l’equivalente di un dollaro al mese (il prezzo di una banana) chiedono soldi alle famiglie. Tsvangirai ha promesso di risollevare il Paese. Tre priorità: bambini a scuola, ospedali funzionanti, cibo in tavola. Tanto per cominciare nuove divise alle forze dell’ordine e stipendi in valuta straniera. Ieri ha già ricevuto in cambio il primo regalo. Sette mucche, dono di un allevatore, lo aspettavano giù dal palco.
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HARARE – Mani sempre legate, catena alla caviglia, una benda sugli occhi quando la fanno uscire di cella per andare in bagno. Per Jestina Mukoko, 51 anni, ieri è stata una giornata come le altre. In isolamento, chiusa da quasi tre mesi nel carcere di massima sicurezza di Chikurubi. Jestina è l’anima dell’associazione per i diritti umani Zimbabwe Peace Project. stata rapita il 3 dicembre dalla polizia, davanti al figlio adolescente e alla nipote. Era in camicia da notte, scalza. Non le hanno dato il tempo di prendere le scarpe e un vestito. Per 19 giorni le autorità hanno negato. E se poi hanno dovuto ammettere che Jestina era nelle loro mani, molto del merito va a questa donna minuta ed elegante che siede dietro una scrivania piena di carte, in un ufficio nel centro della capitale. Beatrice Mtetwa fa l’avvocato. Anni fa ha lasciato l’associazione delle Donne dello Zimbabwe perché «passavano il tempo a bere il tè». Anche Jestina nella sua vita ha lasciato qualcosa: negli anni Ottanta leggeva le notizie alla Zbc, la tv (l’unica del Paese) che da anni è il megafono del presidente. Poi ha abbandonato lo schermo, diventando un’implacabile paladina della libertà. Dal gennaio al settembre 2008 ha documentato 20 mila casi di violenza, che per l’80% riguardano le milizie del partito Zanu-PF del presidente Robert Mugabe: 202 omicidi, 463 rapimenti, 41 stupri, 411 casi di tortura, 3942 pestaggi.
Finché una notte ovviamente l’hanno portata via. Morgan Tsvangirai nelle ultime settimane ha chiesto la liberazione di tutti i prigionieri politici come condizione per partecipare al governo di unità nazionale. Il governo è nato. Jestina e gli altri sono rimasti dentro. L’avvocata Mtetwa parla con voce pacata: «Non daremo pace al nuovo governo fino a che non chiuderà il capitolo delle detenzioni illegali ». Come altri trenta attivisti Jestina è accusata di aver organizzato bande armate con basi in Botswana per sovvertire lo Stato. «Per estorcere le confessioni filmate i prigionieri sono stati torturati». Jestina ha raccontato di essere stata picchiata. L’hanno bastonata sulle piante dei piedi. «Le torture non sono finite», denuncia Beatrice Mtetwa. «Come si può essere così crudeli da tenere una donna legata mani e piedi 24 ore su 24? Ha bisogno di cure. Tutti i magistrati che hanno rifiutato che venisse portata all’ospedale sono donne. Come è possibile? Donne. Incredibile». Beatrice ha scovato Jestina bluffando: «Abbiamo fatto credere alla polizia che sapevamo dove fosse, che stavamo andando là con una delegazione di diplomatici stranieri. Ci hanno creduto. Il piano era indurli a spostare temporaneamente lei e gli altri desaparecidos in varie stazioni di polizia. Ne abbiamo setacciate 13. Finché un agente di servizio è caduto nella trappola. Ha detto: "Sì, è qui". Il responsabile mi ha fatto entrare, e sottovoce mi diceva: "Lei mi vuole rovinare".
Poi ha ammesso anche lui».
I poliziotti di basso livello «hanno solo paura di perdere il posto – dice l’avvocato ”. In realtà credo che non siano male. I giovani soprattutto. Non vogliono passare per aguzzini. Le cose stanno cambiando». La delusione viene dalla società civile: «Nessuno ha mosso un dito per Jestina. una di loro in fondo, una di noi. Il gruppo Zimbabwe Peace Project è sostenuto dalle varie Chiese locali. Nessun vescovo, nessun sacerdote ha avuto il coraggio di manifestare per la liberazione di Mukoko. Non è una vergogna?». Beatrice non ha paura: «Abbiamo subito qualche minaccia, non vado più in giro da sola. Ma continuo a fare il mio lavoro». Il nuovo premier ha promesso che entro una settimana tutti i prigionieri saranno liberati... «Aspettiamo I fatti». Tsvangirai sostiene che è tempo di riconciliazione.... «Quando sarà fuori, credo che Jestina farà causa per essere stata rapita. Vogliamo giustizia. Questo è uno stato di diritto». Riforme? «Molti giudici corrotti devono essere licenziati ». Certo che lei deve avere molti nemici ai piani alti... «Noo. Quando mi vedono anzi mi salutano, sono gentili. Forse perché difendo le loro mogli nelle cause di divorzio».
Michele Farina