Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  febbraio 04 Mercoledì calendario

Tra il 2004 e il 2008 il consulente Gioacchino Genchi ha chiesto alle compagnie telefoniche cinque milioni e mezzo di «intestazioni anagrafiche» (cioè le schede compilate da chi ha un telefono fisso o mobile, contengono i dati personali del proprietario, la sua residenza, la professione, il codice fiscale)

Tra il 2004 e il 2008 il consulente Gioacchino Genchi ha chiesto alle compagnie telefoniche cinque milioni e mezzo di «intestazioni anagrafiche» (cioè le schede compilate da chi ha un telefono fisso o mobile, contengono i dati personali del proprietario, la sua residenza, la professione, il codice fiscale). Come a dire un italiano su dieci. Non solo: il consulente ha ottenuto password di accesso alle banche dati dei gestori. Per esempio Vodafone non ha mai «elaborato richieste di intestatari anagrafici» per conto di Genchi, ma gli ha dato una password (’GGENCHI03”) per poter accedere al portale ”VODAFONE-AGWEB” dal quale controllare i dati dei clienti Vodafone-Omnitel. indagato a Roma per abuso d’ufficio e violazione della privacy.