(Paolo Colonnello, La Stampa 4/2/2009, 4 febbraio 2009
13 dicembre 2008, cena al ristorante milanese di Carlo Cracco, in via Victor Hugo. Sei commensali, aperitivi (20 euro ciascuno), tagliolini al tartufo bianco d’Alba, uova al tegamino con tartufo bianco d’Alba, menù classici di Cracco (150 euro l’uno), due bottiglie di vino pregiato (180 e 150 euro)
13 dicembre 2008, cena al ristorante milanese di Carlo Cracco, in via Victor Hugo. Sei commensali, aperitivi (20 euro ciascuno), tagliolini al tartufo bianco d’Alba, uova al tegamino con tartufo bianco d’Alba, menù classici di Cracco (150 euro l’uno), due bottiglie di vino pregiato (180 e 150 euro). Conto: 4.140 euro. La persona che doveva pagare (manager di una grande società e cliente affezionato del ristorante) non ha pagato e sono dovuti intervenire i carabinieri. Cracco dice che il tartufo era stato pesato al tavolo: 300 grammi a 10,9 euro il grammo. Il cliente dice che il tartufo non è stato pesato, che comunque quest’anno i funghi si sono svalutati, che l’anno scorso aveva pagato di meno (per due persone 630 euro). Due giorni dopo la cena, il manager ha spedito a Cracco una lettera allegando assegno da 2.000 euro, cioè quello che ritiene essere «il giusto prezzo, calcolato sulla base di precedenti scontrini per cene sostanzialmente equivalenti». Cracco ha rifiutato, adesso dovrà decidere un giudice.