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 2009  febbraio 08 Domenica calendario

SOUTH PARK MAESTRI DI CATTIVERIA PEDAGOGICA


E Sapete chi sono Stan, Eric, Kyle e Kenny, e perché ci aiutano a capire il mondo in cui viviamo? Ora cerco di spiegarvelo. Si tratta di quattro bambini intraprendenti e molto sboccati, protagonisfi di South Park, una serie tv di cartoni animati cominciata undici anni fa (prima cartoni incollati e poi computer) …Stan è quello saggio, Eric (Cartman) è ciccione razzista, Kyle è ebreo e ipersensibile, Kenny muore spesso ma poi ntorna. Frequentano la quarta elementare. La serie dimostra meglio di qualsiasi cosa la vitalità della cultura americana, la sua capacità di rispecchiare in modo trasparente, e con raro equilibrio, i principali dilemmi di quella società. Dilemmi cui noi peraltro non siamo del tutto estranei. A volte accade che la cultura di massa produca i suoi stessi anticorpi.
Mi sono incuriosito di South Park, ambientato in una immaginaria cittadina del Colorado, quando ho visto che mio figlio, e i suoi compagni, ne erano magnetizzati, più ancora che dai pur geniali Simpson o da un altro cartone, direttamente concorrenziale, come i Gtlffin. South Park rappresenta il lato cattivo dei Simpson, ma, paradossalmente, l’intenzione pedagogica vi è ancora più esplicita. Si tratta di un cartone deliberatamente eccessivo, volgare, ultrascorretto. Si potrebbe obiettare che l’irriverenza delle storie usa comunque lo stesso linguaggio iperbolico di molta pubblicità attuale. Ma sarebbe vano rimproveragli scurrilità o iperbole (all’inizio la serie era trasmessa con doppiaggio censurato, ed effetti depotenzianti, su Italia Uno, poi rilanciata su Sky da Comedy Central), perché questi sono esattamente gli strumenti di indagine del reale. Ogni situazione viene spinta all’estremo fino al punto di rivelare la sua verità più nascosta e disturbante. Oltre al fatto che la semplicità elegante del disegno, la purezza delle linee (gli ovali dei bimbi ricordano un pò i Peanuts), la sobrietà della scenografia, fanno da contraltare all’oltranzismo splatter.
Non vi è ideologia contemporanea che non sia sottoposta allo spirito corrosivo degli autori, Trey Parker e Matt Stone, due sventati ex enfant terribile, libertari e moralisti, compagni fuori corso all’università di Colombine: sia il culto dominante del successo sia le retoriche dell’antagonismo, sia l’ossessione per il denaro e sia il fanatismo della tolleranza, e poi vegetariani, guerrafondai, ecologisti, Scientology, animalisti, lesbiche, fondamentalisti, yuppie, hippy. Non vi è tema dell’attualità che non sia messo in scena nella serie tv, con spirito equanime ma anche con una netta presa di posizione: pedofilia, elezioni politiche, preservátivi, terrorismo, droga, handicap, perversioni sessuali, superstizione, morte. E, a onor del vero, non vi è "pesantezza" che ci venga risparmiata, benché, come ho detto, sempre con una sua precisa funzionalità alla narrazione: cito solo, in una puntata dedicata alla ricerca sulle staminali, Christopher Reeves sulla sedia a rotelle che riprende vigore succhiando sangue da feti.
Vorrei ora tentare di darvi qualche esempio spigolando qui e là dalle varie stagioni di South Park. Chi usa l’auto «ibrida» (elettrica) riduce un po’ l’inquinamento ma produce una terribile Nube Tossìca di Autocompiacirnento poiché si sente migliore degli altri! A proposito dell’uso delle canne un genitore dice.: "Sbaglieremmo a terrorizzarvi con notizie false, tipo che la canna è l’anticamera dell’eroina, ma uno si fa le carme quando sta un po’ giù, e così si preclude l’esperienza fondamentale dello stare giù, in cui soltanto si impara qualcosa della vita". La statua della Madonna comincia a sanguinare dall’ano e così guarisce un alcolista, poi viene il Papa e decreta che non si tratta di4í~i~~c~Tò .~~aputa lá iiotìtkia l’alcolista ripiomba nel vizio ma il figlio, saggiamente, gli dice che proprio il fatto che la statua non fosse miracolosa dimostra che il padre ce l’ha fatta da sé! Babbo Natale è sequestrato da Al Qaeda perché icona del consumismo occidentale. Stan, dopo che la banda ha costruito una scala per il paradiso (ma i giapponesi arrivano prima!) commenterà che l’unico paradiso è in terra, in una felicità tangibile. All’improvviso ci siconnette alla Rete solo in California: corsa degli americani con ogni mezzo, tipo Furore, verso l’Ovest, dove internet si rivela soprattutto un immenso bacino di immagini pomo per maschi voyeur. In un futuro "finalmente" libero dalle religioni si scatena la guerra tra Alleanza Unita Atei e Lega Unita Atei. Uno dei bambini alla folla di Woodstock: «Protestate contro l’egoismo delle multinazionali ... ma cosa c’è più di egoistico nel fumare erba e sentire musica tutto il tempo!». E se poi essere gay diventa qualcosa di trendy (un omosessuale protesta dicendo che prima si sentiva diverso e ora assomigliano tutti a lui), il cuoco nero Chef esorta a «essere sé stessi».
I due autori riversano nelle puntate sia i loro amori cinematografici (con citazioni da Kubrick, Romero, Spielberg e poi Scarface, Mission impossible), che le idiosincrasie (Clooney o Mel Gibson, che è trattato come un nazista!). E poi da bravi protestanti americani demonizzano tutto ciò che riguarda la Chiesa Apostolica Romana (agghiacciante una scena che si svolge nel Vaticano, con preti e vescovi che sostengono che in nessuna Sacra Scrittura si vieta di fare sesso con i bambini!). Così co me esprimono, anche loro spiriti caustici e indisciplinati, un vibrante amore per la patria: in una puntata in Afthanistow i bambini guardano la bandiera a stelle e strisce concludono: «L’America ha molti problemi però è un po’ come la nostra squadra ... non avrebbe senso tifarle contro». Ma il punto è che ogni volta si ripropone per loro, nei suoi tertnini essenziali, il conflitto tra bene e male, vissuto spesso in modo drammatico. Un conflitto abbastanza esotico nel nostro paese (tutt’al più abbiamo confitti di interesse ... ). Ad esempio Paris Hilton apre il negozio "Stupida sgualdrina viziata", creando una moda e un modello, ma poi una bambina dirà che essere puttane è una cosa brutta... Va bene, viva la Liberazione da tutti i tabù ma se si esagera capita, come in un’altra puntata, che la gente mangia dal culo e caca dalla bocca. Inoltre, il gusto dissacratore dei due si arresta pudicamente di fronte alla malattia, verso cui c’è un rispetto assoluto: commovente la puntata sulla sindrome di Tourette.
Finisco con una delle mie puntate preferite. I quattro ragazzini che nel weekend devono preparare una relazione scolastica sul Vecchio e il mare di Hemingway ingaggiano dei poveri immigrati messicani per affidargli a pagamento il compito. Questi leggono il romanzo e si commuovono fino alle lacrime. Così ci avviamo verso un mondo dove la letteratura, l’arte, la nostra tradizione umanistica, che non abbiamo più tempo e voglia di coltivare, saranno frequentate dietro compenso solo dai niigranti e dai paria.