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 2009  febbraio 11 Mercoledì calendario

«Lei si immagini un contadino che semina per il raccolto alcune piante…». Lo sto già immaginando… «Ecco, cosa accadrebbe se improvvisamente la temperatura si abbassasse di alcuni gradi?”

«Lei si immagini un contadino che semina per il raccolto alcune piante…». Lo sto già immaginando… «Ecco, cosa accadrebbe se improvvisamente la temperatura si abbassasse di alcuni gradi?”. Boh… «Ecco, con un modello matematico ad hoc il contadino potrebbe valutare, inserendo i dati giusti, il buon fine o meno della sua semina». Ah ecco… Sembra fantascienza e magari lo è. Ieri al Cnr di Pisa, parlando col dottor Domenico Laforenza che è direttore dell’Istituto di informatica e telematica del consiglio nazionale per la ricerca, sembrava di essere in una puntata di quel telefilm dove il cervellone matematico aiuta il fratello dell’Fbi a risolvere i casi più complessi con formule, algoritmi, algebra, trigonometria e tutto il resto… Implementare o non implementare questo è il problema. «Dal 2000 l’Europa ci finanzia – ci spiega Laforenza – per questa nuova scommessa che rivoluzionerà tutto». Il finanziamento in questione riguarda il progetto ”Grid”, che detto in soldoni altro non è che un rete di 200mila computer ad oggi in grado di scambiarsi informazioni, dati, sistemi di analisi, modelli previsionali… What if, cosa accadrebbe se è questa la domanda che sottende la faccenda, e what if è pure una delle codifiche di implementazione. Basta sviluppare un algoritmo, mettere dati, più sono meglio è, e aspettare la risposta. «Detta così forse sembra facile, ma ci sono voluti dieci anni quasi perché l’Italia, la Francia, la Germania, l’Inghilterra realizzassero ciascuna il proprio Grid che ovviamente dovrà entrare in collegamento con le altre, perché a questo mira il progetto europeo e poi da lì con il mondo…». Grid è una parola semplice, anglofona, e alla fine della fiera indica un procedimento di calcolo complicatissimo che ti sputa fuori una risposta ad una domanda complessa. Insomma, l’uomo e la macchina parleranno davvero e più di oggi. «Questo ha notevoli applicazioni pratiche – spiega ancora Laforenza – nel campo delle scienze, della medicina, della fisica, della biotecnologia… Ma pure delle scienze umane». Ecco, detto di Grid ora provate a pensare all’internet di oggi, mischiarlo con Grid in futuro e spostare l’orologio del tempo di qualche anno ancora: avrete internet come sarà un domani. Ossia un qualcosa che vi risponderà in diretta. «Questo è un test che chiunque può fare a casa propria – va avanti lo scienziato – su un qualsiasi motore di ricerca scrivete una parola. Vi compariranno tra i risultati tutto ciò che semanticamente assomiglia a quella parola. Ma non è detto che sia ciò che uno sta cercando. La ricerca su internet oggi è abbastanza faticosa perché esige delle scremature, precisazioni, puntualizzazioni del soggetto. Immaginate di scrivere questa frase: «Cosa succederà se da Roma voglio andare ad Osimo questo giorno, a questa ora etc…». Oggi un motore di ricerca non risponde. Riporta esattamente la stringa della domanda. Invece un domani si avrà la risposta: il computer ci avviserà quale è il tragitto più breve da fare, il volume di traffico pesante in autostrada per esempio, se ci sarà neve in un punto di montagna oppure no…». Appunto, risposte a domande complesse. L’internet del futuro ricorda molto la scena grandiosa di quel film di Carlo Verdone in cui il socio Aci si rivolge al servizio clienti e chiede: «Se parto diciamo tra un dieci minuti mantenendo una velocità di crociera…» e l’impiegato dall’altra parte che lo manda giustamente a quel paese. Parlando seriamente, la chirurgia potrebbe essere avvantaggiata, la biologia troverebbe interesse con questi modelli nell’ambito dei trial farmacologici in silico prima che in vitro… Siamo in un campo in cui l’oggi è già vecchio, insomma il tempo è relativo e alla fine dimostreranno che non esiste o quantomeno che non è così fondamentale. Al Cnr hanno messo appunto pure un programma che è una figata per ricercare fotografie e immagini in genere senza digitare cosa vuoi: fino ad oggi a parola corrispondeva immagine, loro hanno fatto il salto in avanti. Tu hai un immagine e in una banca dati trovi quelle simili. Lo hanno realizzato Raffaele Perego, responsabile del laboratorio di calcolo ad alte prestazioni dell’Isti e Claudio Lucchese ricercatore del laboratorio dell’Isti. Questo è mondo che si muove ad alta velocità. Chi scrive ha un profilo su Facebook e fino a ieri credeva che il mondo corresse un po’ troppo. Poi Grid, le sue applicazioni, «l’uomo che potenzialmente potrebbe anche non muoversi più da casa per far sbrigare le consegne o per lavorare», come dice lo stesso Laforenza… Asimov aveva tanta fantasia, potrebbe rivendicare i diritti d’autore.