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 2009  febbraio 11 Mercoledì calendario

NON SONO IO


Tra i velluti verde oro del bar dell’Hotel Principe di Savoia, incontro un regista cinematografico italiano, uno dei più bravi secondo me (e anche secondo molti altri), e certamente tra i più premiati nel corso dell’anno appena finito. Ci salutiamo, e mi chiede chi sono venuta a intervistare.
Sono qui per Vietoria Beckham, ex Posh Spice, da 9 anni moglie del calciatore più famoso del mondo e, secondo il pregiudizio dominante, epitome in carne (poca) e ossa del pensiero debole dei nostri tempi: consumismo sfrenato, devozione ossessiva per i marchi, ricerca spasmodica di attenzione da parte dei media.
Il celebrato regista, a quanto pare, al pregiudizio dominante non aderisce. Perché, quando gli confido il motivo della mia missione in questo freddo pomeriggio milanese, assume un’espressione di rapita curiosità.
E, in effetti, Victoria Beckham incuriosisce un po’ tutti. Vista dalle pagine dei giornali, sembra una creatura di un altro pianeta. Poi, a parlarci, si capisce che aliena non è. Sorseggia un bicchiere d’acqua. Ha con sé un pacchetto di chewing-gum che, a un certo punto, apre, consuma e offre. Spesso sorride. E’ molto composta e, guardandola, mi viene da pensare a come si potrebbe tradurre in inglese la parola milanese sciura. Ma rimando il quesito, catturata dalla conversazione.
Victoria parla con frasi molto chiare e «chiuse», che lasciano poco spazio a divagazioni. E’ particolarmente attenta a sottolineare che non è la sprecona che si dice in giro, che sono gli affetti e non i soldi al centro della vita sua e del marito. Un’affermazione perfettamente in sintonia con i tempi di neo-austerity che viviamo. Per essere un’aliena, Victoria è estremamente realista e aggiornata.

Ha imparato qualche parola d’italiano?
«Pochissime. E non gliene dirò nemmeno una, perché le pronuncio troppo male. David sta prendendo lezioni, lui già se la cava».

Quando suo marito è venuto al Milan, si era detto che lei cercasse casa a Milano. Invece viene qui ogni tanto, e sta in albergo.
«I bambini sono rimasti a Los Angeles, in questo momento sono là con i miei genitori. lo faccio avanti e indietro tra l’America, Londra e Milano. Comunque David se ne andrà probabilmente a metà marzo, quindi, fino ad allora, l’albergo va benissimo».

Ma supponiamo invece che David decida di fermarsi più a lungo. Prenderebbe in considerazione una sistemazione diversa per sé e per i bambini?
«David e io mettiamo al primo posto il benessere dei nostri figli. Ci siamo trasferiti in America poco più di un anno fa, e loro adesso si sono finalmente ambientati a scuola. Per quanto mi riguarda, posso vivere ovunque, purché abbia David e i bambini con me. Ma, come genitore, la tua priorità dev’essere la serenità dei figli».

Milano le piace?
«Molto. Conosco tanta gente, soprattutto nel mondo della moda: Dolce e Gabbana, Armani e il suo staff, Cavalli, Berardi... La città è vibrante, piena di energia e passione. Si mangia bene. Non ci sono motivi per non apprezzare Milano. Hanno scritto che non ci avrei messo piede perché è inquinata, ma non ho mai detto niente del genere».

Capita spesso che i giornali scrivano cose non vere su di lei?
«Molto spesso. Non ci faccio più caso, anche perché, se mi lasciassi influenzare dalla cattiva stampa, a questo punto sarei qualche metro sotto terra».

Che cosa vorrebbe leggere su di sé?
«Guardi, io lo so benissimo come funziona questo gioco. Ci sono entrata io, per prima. Ai tempi delle Spice Girls noi avevamo un bisogno pazzesco dell’attenzione della stampa. Però, oggi, mi piacerebbe che lei cogliesse la vera Victoria».

Che sarebbe?
«Una madre che si occupa dei suoi figli in prima persona. Una moglie che ha la fortuna di avere accanto un uomo che è la sua anima gemella. Una stilista di moda che spera di essere apprezzata per la qualità dei suoi vestiti, di essere giudicata senza preconcetti. E anche una persona con un sense of humour "asciutto" che non sempre viene colto, ma che esiste».

Lei una volta ha detto che, quando presenzia a un evento, si «trasforma» in Victoria Beckham. Mi spiega meglio?
«A volte, mi capita di guardare le mie foto sui giornali e di pensare: chi è questa? Perché sì, sono io, ma prima del trucco, dei capelli, di tutto il resto, c’è una donna diversa».

Cioè?
«Quella che la mattina accompagna i bambini a scuola. Senza trucco. Ed ecco perché ho sempre gli occhiali scuri».

Eppure a volte sembra perfetta persino nelle foto dei paparazzi.
«La ringrazio. Ma sotto quegli occhiali, lei non ha idea di che cosa c’è certi giorni».

Invecchiare la preoccupa?
«No, anzi. Mi diverte l’idea che io e David invecchieremo insieme. Ci scherziamo su. Ultimamente a lui sono spuntate delle rughette intorno agli occhi. Mi piacciono, raccontano la sua storia».

Dodici anni insieme. Alti e bassi. Come vi siete conosciuti?
«A una partita di calcio. Colpo di fulmine. Oggi lo amo più di allora. La gente non sa quanto sia spirituale e intelligente David».

Romantico, anche?
«Lo siamo entrambi. Bigliettini, cene, sorprese. Niente di stravagante, lussuoso o esagerato. Gesti che si fanno per ricordare all’altro che si sta al suo fianco».

David le parla del suo lavoro? Per dire, le ha parlato di tutta la vicenda di Kaká, della decisione di restare al Milan?
«Di calcio non capisco niente. Lo ascolto quando ne parla perché so che quella è la sua vita. Ma non mi intrometto. Sono felice perché so che lui è felice nel Milan, ed è bellissimo vedere che ha già iniziato a fare gol nel vostro campionato. Salto di gioia anch’io quando David segna una rete, però le mie passioni sono altre: la moda, innanzitutto, la musica, il balletto».

A casa, la sera, che cosa fate?
«Ci piacciono molto le serie tivù. Sex And the City, Desperate Housewives, Grey’s Anatomy,. Oppure guardiamo un film con i bambini, o invitiamo qualche amico». Farete altri figli? «Se capiterà, molto volentieri. Non si può scegliere che cosa avere. ma confesso che adorerei una femmina, dopo i tre maschi. Sa, io amo le donne. No, non mi fraintenda, non sono lesbica. Le amo come amiche, come interlocutori interessanti. E, come amo le donne, amo gli uomini gay. Lo dico sempre: dentro di me c’è un gay che vuole venir fuori. D’altronde, con i maschi eterosessuali non ho nessun argomento in comune. Esclusi mio padre, mio fratello e mio marito, si capisce».

Se non avrà una figlia femmina, a chi andrà in eredità la sua incredibile collezione di borse Hermès?
«Per ora, le candidate sono le future fidanzate dei miei figli».

Siete genitori severi?
«Sì. Senza dire "per favore" e "grazie", a casa nostra non si ottiene niente. Sia io che David siamo stati educati così, e non vogliamo che i nostri figli siano viziati».

Sono consapevoli di non essere nati in una famiglia qualsiasi?
«Per ora, credo, imrnaginano che tutti i papà giochino a calcio, e che tutte le mamme abbiano fatto parte di un gruppo pop e siano diventate stiliste. Capiranno da grandi».

A febbraio, la sua collezione sfilerà per la seconda volta, a New York. I suoi abiti si vendono in diverse parti dei mondo - non ancora in Italia, se non attraverso il sito www.net-a-porter.com - insieme a jeans, occhiali da sole e profumi. Com’è la Victoria imprenditrice?
«Severa con se stessa. Sempre in competizione, sempre con l’ansia di superarsi. Quello che io faccio è di dimensioni piccolissime nel mondo della moda, però ci credo. Disegno abiti che io stessa indosserei. Non sono una modella alta 1 e 80. Ma cerco di valorizzare il più possibile quello che ho».

Facile, per lei. E’ in perfetta forma, come si vede nelle pubblicità di Emporio Armani Underwear. Come fa?
«Intanto, prima di scattare quelle foto ho fatto cinque mesi di allenamento ad hoc. Un’ora di corsa e bicicletta al giorno, anche sette giorni alla settimana. Niente alcol. Niente pasticci».

Quanta disciplina.
«Non ero così, una volta. Da quando ho compiuto trent’anni, sono cambiata. Ho imparato a conoscermi».

E’ andata in psicoterapia, per caso?
«No, non sono mai stata interessata a questo genere di cose. La mia trasformazione, se così si può chiamare. è avvenuta spontaneamente, con la maternità. Credo che capiti a ttitte le donne, però. I figli ti costringono a diventare una persona organizzata. se vuoi anche lavorare e avere del tempo per te. Così, è da un bel po’ che ho detto addio ai locali, alle serate. agli eventuali drink di troppo. Sono una madre che lavora, e ho altre priorità».

Con le Spice Girls, dopo la reunion dei 2007, è finita per sempre?
«Per quanto mi riguarda, sì. Voglio dedicarmi solo alla moda e alla famiglia, adesso. Non ci sarebbe spazio anche per la musica. Quel tempo è finito. Ma l’amicizia con le ragazze rimane. Abbiamo appena cenato tutte insieme a Londra: Geri ci ha presentato il suo nuovo fidanzato italiano (Fabrizio Politi svelato in anteprima a da Vanity Fair n. 4, ndr)».

Si sarà sentito sotto esame.
«Non credo proprio. lo non giudico mai nessuno».

Victoria sorride, sorride davvero. Se ne va su tacchi che fanno venire le vertigini solo a guardarli. tutta fasciata nel vestitino nero di sua creazione. Potrebbe confondersi perfettamente con le signore che fanno shopping in via Montenapoleone. Forse sciura in inglese si dice Posh.