Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  febbraio 10 Martedì calendario

CATANIA, LA PARABOLA POLITICA DELLA "MILANO DEL SUD"


Una città al collasso economico e amministrativo. E’ il profilo di Catania che emerge dalla conferenza stampa congiunta di Fiom e Funzione Pubblica Cgil provinciale. Una crisi occupazionale che investe simultaneamente il settore pubblico e quello privato, trasformando la Catania metropolitana della "Milano del Sud" in frammenti di periferia. Sono 1200 i lavoratori delle cooperative sociali che operano in regime di convenzione con il comune che da settembre non percepiscono le spettanze, a questi si aggiungono i circa 200 operatori degli asili nido in arretrato dal mese di ottobre e i 600 operatori della nettezza urbana che, tra alti e bassi, rivendicano gli stipendi di gennaio. «I lavoratori del settore sociale - dice Corrado Tabbita Siena segretario provinciale Fp Cgil - continuano a lavorare per garantire assistenza ad anziani, disabili e minori a rischio, voci che, malgrado le garanzie da parte del sindaco Stancanelli continuano a rimanere inascoltate». A rischio anche i pagamenti per i lavoratori impegnati nella raccolta dei rifiuti, dipendenti del consorzio Simco che operano in regime di convenzione con l’Ato 3 Simeto Ambiente. I mancati pagamenti hanno portato in piazza i lavoratori che si sono astenuti dalla raccolta della nettezza urbana lasciando per giorni la provincia etnea immersa nei rifiuti. Un problema che rischia di riesplodere nei prossimi giorni. Ammonta a 2,5 milioni di euro il debito dell’Ato 3 in provincia di Catania e che in tutta la Sicilia arriva fino a 800 milioni di euro, debito che non permette i pagamenti ai lavoratori del consorzio. Emblematico è anche il caso degli operatori del settore igiene ambientale di Enna senza stipendio da sei mesi. Una situazione che rischia di creare gravi danni con l’arrivo della stagione estiva. «La crisi del settore pubblico- continua il segretario - si riflette anche nel privato, con il blocco del processo burocratico che frena lo sviluppo e la crescita delle aziende». Sono proprio le imprese catanesi, denuncia Tuccio Cutugno segretario provinciale della Fiom Cgil, quelle a pagare la crisi degli investimenti e la cattiva amministrazione. «Sintomatico -dice Cutugno - è il caso della ST Nymonix e della mancata apertura dell’M6 che avrebbe permesso di rilanciare l’economia della nostra realtà e che nei fatti rischia di lasciare fuori dal mercato occupazionale mille lavoratori». Il Modulo M6, infatti, necessita di un finanziamento di circa 2 miliardi, oltre ai 450 milioni già acquisiti, un credito che permetterebbe la crescita dell’economia di Catania. Il crollo della STM si ripercuote anche in altre importanti aziende collegate. Emblematico è il caso della SAT che fino allo scorso anno contava 250 dipendenti e che oggi ne possiede solo 165. «Metà dei licenziamenti in un anno - spiega Nunzio Cinquemani RSU nell’azienda - . E a rischio ci sono ulteriori posti di lavoro. La causa principale è sicuramente il rapido processo di esternalizzazione in Asia, non è difficile ammettere che la società è stata cannibalizzata dalla ST». Infatti, la SAT che si occupa di frames e assemblaggio per microprocessori ha lavorato grazie alla committenza della STM che, per ridurre i costi, ha esternalizzato l’assemblaggio in Asia. Al centro dell’incontro che si è svolto a Catania anche il tema della contrattazione che ha diviso la triplice sindacale. «Siamo di fronte ad attacchi gravissimi contro i lavoratori - dice Boris De Felice RSU alla ST - ci sono già i primi effetti. La Seasoft, azienda leader di programmi informatici non ha intenzione di avviare la contrattazione di secondo livello, con gravi ripercussioni nei confronti dei lavoratori». Storie di una crisi annunciata, con un’unica eccezione. La Elmec di Piano Tavola, azienda dismessa da diversi anni per le peripezie finanziarie del suo proprietario e che ha lasciato fuori dal mercato del lavoro 150 dipendenti, è stata rilevata da 50 ex operai che si sono costituiti in srl per riavviare il percorso produttivo. Si attendono nei i prossimi mesi gli interventi a sostegno del progetto dei lavoratori. Una rinascita economica a Catania che potrebbe avere come protagonisti proprio i lavoratori.