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 2009  febbraio 11 Mercoledì calendario

DAL BLOCCO RENALE ALLE SOSTANZE TOSSICHE

Le cause della morte di Eluana Englaro e i mezzi con cui è avvenuta, ossia le possibili concause che possono avere determinato il decesso: queste in pratica le domande alle quali risponderà l’autopsia.
Dopo le prime risposte, che si potranno ottenere in circa due ore, sarà necessario procedere all’esame tossicologico, che richiede tempi più lunghi. In media per un’autopsia di questo tipo occorrono due settimane, ma generalmente il medico legale chiede un termine massimo di 60 giorni.
Ipotesi in campo e quesiti aperti sono numerosi e riguardano soprattutto i motivi che, nelle ultime ore di vita della donna, potrebbero aver fatto precipitare la situazione
IPOTESI BLOCCO RENALE
Secondo quanto si è appreso da fonti mediche, Eluana avrebbe cominciato a risentire dello stop già tre giorni dopo, domenica, quando avrebbe smesso di urinare. Ma non avrebbe avuto senso sottoporla a dialisi, inoltre il protocollo non prevedeva analisi invasive per valutare le condizioni dell’organismo e del cuore, ma una sedazione sottocutanea con farmaci adeguati. Ad un certo punto, lunedì ha faticato a respirare e poi il respiro si è fermato.
LA DEBILITAZIONEAnche la debilitazione di un organismo da 17 anni di stato vegetativo persistente
potrebbe avere concorso alla morte.
CUORE E POLMONISaranno gli organi che più degli altri potranno raccontare gli ultimi istanti di vita di Eluana. Per il il tossicologo forense Santo Davide Ferrara, dell’università di Padova, «il loro esame potrà dire se la causa ultima della morte sia stata o meno una grave insufficienza cardiaca».
CAUSE TOSSICOLOGICHE Per l’esperto «qualunque sostanza a effetto tossico potrebbe avere determinato la morte in un corpo», provocando uno squilibrio elettrolitico.
SEDATIVIFarmaci di questo tipo «somministrati in quantità non adeguate alla capacità di sopportazione di un organismo, potrebbero essere stati una concausa della morte», osserva Ferrara. Per verificarlo nel corso dell’autopsia devono essere fatti prelievi di tessuti (come cervello, polmone, cuore, fegato, milza, rene, tiroide, surreni, tessuto muscolare e adiposo) e inoltre di capelli, sangue, bile, urina e umor vitreo.
DOSAGGIDopo avere verificato o meno la presenza di sostanze estranee all’organismo, la seconda fase dell’ autopsia consiste nel dosare queste sostanze per determinare, spiega Ferrara, «se la loro quantità è stata errata in relazione agli effetti che si volevano conseguire».