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 2009  febbraio 11 Mercoledì calendario

WASHINGTON

Almeno per il momento, sulle rendition Barack Obama conferma la linea di George W. Bush. Il legale che rappresenta la nuova Amministrazione ha detto a una Corte d’Appello di San Francisco che la prosecuzione del dibattimento in un caso di sequestro di presunti terroristi metterebbe a rischio la sicurezza nazionale. lo stesso argomento usato dal precedente governo americano, per bloccare il processo in prima istanza.
Il caso coinvolge un etiope, Binyam Mohammed, e altri quattro detenuti, che hanno portato in Tribunale una sussidiaria della Boeing, che avrebbe fornito gli aerei a bordo dei quali la Cia li aveva trasportati all’estero, dopo averli rapiti, consegnandoli a Paesi terzi nei quali sarebbero stati torturati.
La decisione conferma la cautela con cui l’Amministrazione Obama si muove sul campo minato delle rendition, nonostante abbia rotto con altri aspetti importanti delle pratiche del governo Bush nella lotta al terrorismo, annunciando la chiusura di Guantánamo e approvando le nuove direttive, che proibiscono l’uso della tortura negli interrogatori.
Lo stop al processo di San Francisco avviene mentre il nuovo ministro della Giustizia, Eric Holder, ha avviato una revisione generale sull’uso del privilegio del segreto di Stato, con lo scopo di evitare che venga opposto per coprire verità che gli americani hanno diritto di conoscere. Ma alle rendition, una pratica che risale già all’Amministrazione Clinton, Obama non sembra intenzionato a rinunciare. La sola modifica allo studio, secondo il Wall Street Journal, sarebbe quella di assicurarsi che, una volta portati all’estero, i sospetti non vengano torturati.
La scelta di invocare la sicurezza nazionale, per ottenere l’archiviazione del caso, ha provocato reazioni negative negli ambienti progressisti. «Questo non è un cambiamento, ma la continuazione di ciò che c’era prima – ha dichiarato Anthony Romero, direttore esecutivo dell’American Civil Liberties Union, che rappresenta i cinque querelanti ”, il candidato Obama ha corso contro l’abuso dei segreti di Stato, ma il Dipartimento della Giustizia del presidente Obama ha rinnegato quella promessa. Se questo è un indizio per il futuro, la strada per riavere un Paese del quale siamo fieri si presenta molto lunga e accidentata ». Un portavoce del Dipartimento della Giustizia, Matt Miller, non ha voluto far commenti su un procedimento in corso, ma ha spiegato che il nuovo presidente «intende far ricorso al segreto di Stato solo quando sarà necessario e legalmente appropriato».
Nelle carte del processo di San Francisco, la denuncia parla di durissimi trattamenti in una prigione segreta del Marocco, dove Mohammed sarebbe stato regolarmente bastonato, sfregiato nel corpo con uno scalpello e le ferite cosparse di un liquido caldo irritante.