Luca Simeoni, Italia Oggi, 11/02/2009, 11 febbraio 2009
CULTURA A BASSA REDDITIVITA’
Quando il Metropolitan Museum di New York fattura da solo tre volte di più (123 milioni di euro) dell’intero sistema museale italiano (43 milioni) e gli Usa, con la metà dei siti Unesco dell’Italia, hanno un ritorno commerciale pari a 7 volte quello dei siti italiani, significa che qualcosa, nel ricchissimo circuito culturale nazionale, non funziona. Se a questo si aggiunge che non esiste una virtuosa sinergìa con l’industria del turismo organizzato, il paradosso diventa insopportabile. La diagnosi che emerge dal Rapporto su «Arte, turismo culturale e indotto economico», presentato ieri a Roma da Confcultura (una delle 25 associazioni in Federturismo) viene spiegata dal presidente della confederazione, Patrizia Asproni: « in crisi il nostro modello organizzativo che presenta bassi standard di servizi d’accoglienza e scarse azioni di merchandising».
Rincara la dose il presidente di Federturismo, Daniel John Winteler: «Il grande gap dell’incoming culturale italiano sta nell’incongruenza degli orari d’accesso dei musei e nella scarsa flessibilità e pianificazione tariffaria».
Federturismo e Confcultura, grazie a questo Rapporto, realizzato da PriceWaterhouseCoopers, hanno sottoposto al ministro Scajola un piano d’intervento che poggia su tre priorità: l’allestimento degli orari e dei servizi collegati nei musei direttamente appannaggio di società private per consentire un proficuo mercato del merchandising; una nuova politica tariffaria, accompagnata dall’applicazione di nuove tecnologìe.
Una sollecitazione ampiamente motivata dai numeri: il turismo culturale che in Italia vanta il 33% di quota-mercato sul totale, genera un fatturato di soli 203 miliardi di euro, contro i 305 della Germania, i 276 della Francia e i 223 della Spagna.
«A conti fatti, è urgente», dice Giacomo Neri, di PriceWaterhouseCoopers, «che vengano indirizzate risorse istituzionali e finanziarie in ottica di public e private partnership, sfruttando per esempio le potenzialità delle fondazioni bancarie italiane».
Un primo passo potrà essere il bando di gara per l’innovazione tecnologica nei beni culturali, aperto alle imprese, di imminente pubblicazione, che mette a disposizione 200 milioni di euro.