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 2009  febbraio 11 Mercoledì calendario

MILANO

Al Financial Times lo hanno richiamato in prima pagina: l’intervento che il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia ha inviato al quotidiano inglese deve aver colpito qualche nervo scoperto nella Gran Bretagna che sta nazionalizzando le banche e manifestando segni di ritorno al protezionismo.
Punto di partenza è il caso Lindsey, con lo sciopero degli operai inglesi contro l’impiego di italiani nella raffineria Total. Emma Marcegaglia lo riconosce: «Era forse inevitabile che le tendenze protezioniste e il rude nazionalismo riaffiorassero in occasione della crisi economica più grave dagli anni ’30». Ma, aggiunge, è particolarmente preoccupante che ciò accada in Gran Bretagna, «Paese finora considerato campione dell’apertura del mercato e della libera circolazione di lavoro e capitali». Il riferimento alla «Lady di ferro» Margaret Thatcher e alla sua «revolution» che negli anni Ottanta modernizzò l’economia del Regno Unito con riforme che suscitarono «grande ammirazione in tutta Europa», rende ancora più evidente il contrasto con le attuali tentazioni protezioniste. «Come cambiano in fretta le cose. I dimostranti della Lindsey possono essere perdonati per aver pensato che la promessa di "posti di lavoro inglesi per lavoratori inglesi" del primo ministro Gordon Brown avrebbe concesso loro di tornare indietro nel tempo». Ma la Irem, la società appaltatrice oggetto delle loro proteste, impiega a sua volta in Italia 150 operai inglesi.
E, sottolinea il presidente di Confindustria, è "ironico" che mentre si manifesta per l’occupazione «british» «lo stesso gruppo Marcegaglia stia contemporaneamente pianificando un importante investimento nel Teesside» che darà centinaia di posti di lavoro. Si chiede dunque: secondo i dimostranti di Lindsey i lavoratori inglesi dovrebbero cedere il posto a italiani solo per la loro nazionalità?
No, ovviamente. L’Inghilterra comprenda perciò che «non è il momento di vacillare» sui principi del libero mercato». il Paese, «pur scettico rispetto a certi aspetti del progetto europeo, è sempre stato un convinto sostenitore del mercato unico». Perciò, conclude Emma Marcegaglia, la Gran Bretagna ha «la responsabilità speciale di rigettare il protezionismo ora che ha rialzato la testa all’interno dei suoi confini». E la riunione del G20 a Londra in aprile è per il Paese la chance di «guidare le maggiori potenze industriali» perché non venga «ripetuto uno dei maggiori errori della grande depressione».
Sergio Bocconi