Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  febbraio 11 Mercoledì calendario

LA DONNA DEI 100 LIFTING "ATTENTI, UNA DROGA"

 la campionessa del mondo della specialità. Ne ha fatte più di cento. E forse sarebbe arrivata a duecento, se non avesse incontrato qualcuno che l´ha convinta a fermarsi, almeno per il momento. Alicia Douvall, come è conosciuta col suo nome d´arte di fotomodella, alias Sarah House, il suo nome all´anagrafe nella contea inglese del Kent, dove è nata 29 anni fa, è afflitta da Bdd, «body dysmorphic disorder» (disturbo della deformità del corpo), anche noto come «sindrome della bruttezza immaginaria». Pur essendo sempre stata tutt´altro che brutta o deforme, anzi nonostante fosse una ragazza decisamente attraente, a 17 anni si sottopose al suo primo intervento di chirurgia estetica, per ingrandire il seno, e da allora non ha più smesso: «Ho rifatto il seno 15 volte, ho cambiato occhi e naso, ho fatto svariati lifting», racconta. «La mia filosofia era che se una parte del corpo può essere trasformata, andava trasformata. Ero arrivata al punto che i chirurghi plastici del Regno Unito rifiutavano di operarmi, cosicché volavo negli Stati Uniti, mentivo sui miei ricoveri precedenti e mi facevo operare».
Adesso la «top model pneumatica», come l´hanno soprannominata i tabloid, è di nuovo in America, ma con l´obiettivo opposto: non farsi operare mai più. O perlomeno per un po´. Ha passato un mese in una clinica californiana dove vengono curate ogni genere di dipendenze, dalla droga, dall´alcol, dagli psicofarmaci, e pure dall´ossessivo bisogno di rifarsi da capo a piedi con il bisturi: il "Passages Addiction Centre" di Malibù, vicino Los Angeles, dove per la modica cifra di 78 mila dollari alla settimana si impara a liberarsi da qualsiasi schiavitù fisica e psicologica. Ma Alicia si stava rovinando comunque: buona parte della fortuna che aveva accumulato come modella, e come autrice di rivelazioni «kiss-and-tell» (letteralmente "bacia e sputtana") sulle sue relazioni sentimentali con vip come l´attore Mickey Rourke, Calum Best (figlio del celebre calciatore George) e il cantante Mick Hucknall, se ne stava andando in interventi di chirurgia plastica. «Sotto i ferri ho speso più di un milione di dollari», ammette, «dentro di me avevo deciso di continuare a operarmi fino al giorno in cui avrei fatto bancarotta o in cui sarei morta». La cura, a quanto pare, è servita: Alicia ha annullato un complicato intervento per «raddrizzare le dita dei piedi».
La sua storia è oggetto di un programma televisivo, Rehab («rieducazione»), che sarà trasmesso stasera dalla rete televisiva britannica Living. Il quotidiano Independent di Londra ne ha anticipato il contenuto. La «sindrome della bruttezza immaginaria», afferma il dottor Adam Searle, ex-presidente della Associazione britannica chirurghi plastici, si manifesta attraverso comportamenti ripetitivi, come l´eccessiva cura del corpo e l´ossessione di guardarsi allo specchio. Il 30% dei chirurghi estetici del Regno Unito affermano di avere rifiutato di operare pazienti che chiedevano interventi «non necessari», come buona parte dei cento e passa a cui si è sottoposta la super-siliconata Alicia Douvall.