Francesco Merlo, la Repubblica, 11/02/2009, 11 febbraio 2009
CORNI E AMULETI DA TOGLIATTI A SARKO’ SE LA SUPERSITIZIONE GOVERNA IL MONDO
Caro lettore, per favore non toccarti, ed evita pure di irrigidire il dito medio. Non è colpa di chi scrive, ma in Francia, che è il paese di Cartesio e di Voltaire, sostengono che parlare di iella porta iella e dunque sono pochi i giornali che hanno raccontato di come almeno il 41 per cento dei francesi creda nelle virtù della zampa di coniglio e del quadrifoglio, quello appunto che Sarkozy conserva sul tavolo dell´Eliseo e celebra e rispetta come acqua benedetta. Ma c´è bisogno anche del male in questo mondo.
Nessuno è in grado di spiegare tutto e anche la fede troppo virulenta nella ragione deve difendersi da se stessa, dai suoi mostri, dall´eccesso. Così la mano di Obama, nei momenti più duri, quando teme di non farcela, stringe nella tasca destra la statuetta di un dio scimmia, e il principe Carlo, futuro re d´Inghilterra, seguendo le sue bizzarre teorie di medicina alternativa, si sottopone, per prevenire il cancro, a dei lunghi clisteri di caffè. E un francese su due - rivelano i sondaggi - si tocca, corre a rimettere dritta la baguette di pane capovolta, evita i gatti neri e soprattutto le scale come fa maniacalmente Laurent Fabius, leader socialista che porta sin sul viso le tracce estetiche di una ironia gotica, l´intelligenza che cresce nelle regole ma sovrasta anche le regole.
Del resto è stato un trionfo in tutti i Paesi occidentali il primo film della saga di Twilight, con un record di incassi di oltre 12 milioni di euro, ed è già in avanzata preparazione il secondo, "New moon", tratto dai vendutissimi libri della signora Stephenie Meyer. Ancora una scrittrice dopo JK Rowling, ancora una donna che sta portando a compimento la rivoluzione di Harry Potter definitivamente cambiando la letteratura dell´infanzia con l´arrivo dei vampiri (e dal secondo libro anche dei lupi mannari) che ci impartiscono però una magistrale lezione di logica e di razionalità e non solo perché, teneri e potenti, insegnano che l´amicizia è indistruttibile ed esaltano il coraggio, la generosità e il rispetto delle regole che, tuttavia, prevedono, come si diceva prima, esse stesse d´essere violate. Infatti c´è il vampiro Edward che desidera il sangue di Isabella (detta Bella) ma vi rinunzia per amore. Ama dunque con gli spuntoni retrattili mentre lei brama di farsi succhiare la giugulare, e dunque l´amore maschile è resistere resistere resistere. Ma ovviamente, per farcela a non farcela, Edward stringe nei pugni la polvere di spazio e strofina gli amuleti proprio come fanno Obama e Sarkozy e come si usava durante le riunioni dell´Ulivo quando si correva a toccare, distrattamente, la nuca di Prodi perché si diceva che bisognasse esorcizzarlo e liberarsi.
E però la Francia non è l´Italia. E´ il paese che ha combattuto e vinto la superstizione e l´oscurantismo. Dunque fa un certo effetto scoprire che il 41 per cento dei francesi sono superstiziosi e due su cinque hanno fiducia nei maghi e negli astrologi, alla ricerca di un ottimismo e di una gioia di vivere che si sono offuscati. Ma bisogna andarci piano nel dire che si sta risvegliando, nel cuore dell´Occidente, il sud povero e pazzo dell´antropologo De Martino, il sud della fine del mondo, dei tarantolati, dei tarocchi, della vita giocata al lotto, dell´onore di una donna custodito nel dentone di un uomo (vampiro). Anche se è vero che c´è, e bene lo si vede in Italia, anche una deriva nella religione, nelle battaglie della Chiesa di Ratzinger contro la scienza tanto per restare in quella cattolica, nel ritorno alle cerimonie tradizionaliste, nel sangue di san Gennaro che il superstizioso Bassolino ogni anno corre a baciare, ed è la stessa superstizione che ad ogni eruzione dell´Etna oppone la tentazione del velo di Sant´Agata, il velo che ferma l´eruzione, la messa che argina la colata, l´acqua benedetta che raffredda il magma vulcanico.
Ma è troppo facile prendere in giro arcivescovi, esorcisti, il principe Carlo e il presidente Sarkozy, le famose sedute spiritiche di Prodi (le organizza ancora?) e poi Bassolino e anche D´Alema che, arrabbiato per una delle tante irriverenti interviste di Massimo Cacciari, nell´ormai lontano 1995 gli affibbiò le famigerate qualità del Totò della Patente: «Corre dei rischi seri, perché la sua foto é diventata quasi sinonimo di disgrazia».
E forse ci può essere magia senza magismo: la gobba di Andreotti; le corna di Leone; la foto della Iervolino che, gli occhi chiusi, brandisce un corno con la faccia di Pulcinella; il cornetto di corallo che Dini portava alla cintura: «Trascino con me una valigia piena di cornetti di corallo» rivelò durante la campagna elettorale in una indimenticabile intervista ad Antonella Rampino della Stampa. E poi c´è la collezione di oggetti scaramantici dell´ex potentissimo segretario generale del Quirinale Gaetano Gifuni, il quale forse era così spaventato da se stesso che ripeteva ogni cosa - raccontano - per tre volte tre (mai per due o per quattro... scansatecene Signore!): tre volte si toccava il naso, tre volte si aggiustava gli occhiali, tre volte tossiva.
E ancora, nel 2000, a bordo di Azzurra, la nave elettorale, avvenne di tutto: Bonaiuti si ruppe la gamba, un auto si schiantò sulla fiancata della nave..., e Berlusconi, con la febbre e la diarrea, stabilì: «E´ iella». Arrivarono casse di cornetti e di amuleti da tutta Italia, ma decisiva fu la statua di San Michele Arcangelo donata da Raffaele Fitto, e chissà che Berlusconi non vi sia ricorso in questi giorni. Del resto il 21 giugno del 2006 anche a Giorgio Napoletano, nella sua prima visita da presidente nella sua Napoli, regalarono un corno rosso, e chissà che il capo dello Stato non l´abbia accarezzato in questi giorni.
Ma nessuno deve stupirsi che la superstizione, bollata in pubblico come «religione degli spiriti deboli» faccia parte anche della storia del mondo laico e della sinistra italiana. Tra i meriti storici del Partito comunista italiano c´è senza dubbio quello di avere acceso l´illuminismo nelle campagne del sud. Attraverso una serie di traslazioni, il Pci, con la sua idea di comunità e di militanza, si era sostituito alla sciamano e allo stregone, e infine anche al padrone, operando nella cultura contadina un fantastico compromesso tra illuminismo e magia. E però Ferruccio Parri soffrì l´ingiuria del toccamento nascosto, e, tra gli eroi del Risorgimento, persino Mazzini era, diciamo così, un po´ chiacchierato. Togliatti ogni mattina si faceva i tarocchi e, come raccontò il suo medico, aveva un debole esoterico per la "scamicia", che sarebbe, nientemeno, la pelle di serpente. Pertini temeva malocchio, malefici e iella: il 29 giugno del 1984 festeggiò il suo ottantanovesimo compleanno al ristorante Cecilia Metella di Roma insieme con lo stato maggiore del Psi ma divenne terreo e fece lungamente le corna quando Craxi disse: «Auguri al compagno Pertini che è ancora con noi». Benito Mussolini, che fu un capo militare e che dalla sinistra veniva, imprecava furioso contro il proprio filosofo Julius Evola, un bizzarro fascista, studioso tra l´altro di esoterismo e di magia, che si ostinava a criticarlo. Mussolini sosteneva che Evola gli aveva fatto il malocchio, diceva d´essere preda dei suoi riti malefici, lo chiamava «il menagramo» e non lo voleva neppure sentire nominare. E anzi, a chi lo nominava, ordinava, citando Marziale, «et digitum porrige medium, e ora irrigidisci il dito medio», che pare sia un rimedio efficacissimo contro il maleficio, «ma solo - spiega il classico "La Cicalata" - se non è stato lo iettatore a fissarti per primo, ma sei stato tu a guardare lui».
Come si vede, per una volta possiamo dare lezioni alla neofita Francia dove solo oggi l´uomo illuminista si districa dall´impaccio di se stesso, dall´imbarazzo di una identità che non gli appartiene completamente. E però la Francia, con le sue zampe di coniglio e il suo quadrifoglio, conferma di essere «un´Italia più triste», anche se forse sono dettagli in cui l´epoca si scopre il quadrifoglio di Sarkozy, il dio scimmia di Obama e il ricorso dei francesi ai poteri nascosti, occultati dall´iperrazionalismo contemporaneo, spuntato e inadeguato. L´impoverimento è pieno di ragioni e forse la nuova marginalità è l´eccesso di ragione: super - stare (sopra stare) per sopra vivere.
A noi rimane, il sorriso autocompiaciuto dell´ultimo aneddoto su un importante collega giornalista del quale nessuno pronunzia il nome. Intervistandolo per un´intera pagina, un altro collega riuscì a non scrivere mai quel nome: né sui titoli, né sulle didascalie e men che mai nel testo. Sempre usò le perifrasi più spericolate e gli attributi più vari. E, verso la fine, tirò fuori addirittura un inaspettato «il nostro amico», che gli valse i complimenti dell´intera redazione. E adesso, caro lettore, puoi toccarti.