Paolo Conti, Corriere della Sera 11/02/2009, 11 febbraio 2009
ROMA – «Sì
una volta tanto la "terza Camera" di Bruno Vespa è stata battuta dalla "prima Camera", cioè dalla diretta del Senato... Ma il vero protagonista dell’evento televisivo è stato proprio Bruno Vespa che ha introdotto quell’avvenimento in prima serata. Non ci fosse stata "Porta a porta", il collegamento da Palazzo Madama non avrebbe avuto tutto quel seguito di pubblico. Vespa ha utilizzato il metodo altre volte: mai, però, con l’efficacia e l’emotività di lunedì, per via del caso Englaro». Una riflessione sui dati: 17,31% di share, più di quattro milioni di telespettatori. «Ecco. Ottima materia sulla quale riflettere. Un modo di fare approfondimento politico che meriterebbe più spesso la prima serata. Ci vorrebbe un ripensamento sui palinsesti».
I complimenti a Vespa stavolta non vengono dal centrodestra ma da Angelo Guglielmi, 79 anni, critico letterario, oggi assessore alla Cultura di Bologna, soprattutto direttore di Raitre dal 1987 al 1994. Due sponde ideologiche lontanissime, spesso avversari in lontane battaglie combattute a Viale Mazzini: uomo dell’ex Pci Angelo Guglielmi, conduttore molto caro al centrodestra Bruno Vespa. Ma sull’uso della politica in tv, una volta tanto, in piena sintonia.
Lunedì «Porta a porta», in prima serata, ha offerto uno spettacolo inedito. La «terza Camera della Repubblica », come viene chiamata la trasmissione, costretta a cedere spesso la diretta al Senato per il dibattito su Eluana. Di solito è Vespa a creare l’evento politico. Stavolta, invece, la «vera politica » è stata più spettacolare, più drammatica di quella di solito «creata » in studio a via Teulada. Al punto da diventare l’autentica protagonista della puntata. Cosa è accaduto, Guglielmi? Sta cambiando qualcosa nei gusti dei telespettatori? «Vespa gode di molti privilegi, ma non poteva accampare anche questo diritto: cioè ignorare cosa stesse accadendo al Senato. Cambiamento di gusti? Non penso a tanto. Molto più semplicemente Vespa è quel che è, uno può pensarla come vuole... ma è un uomo, un professionista intelligente. Ha fatto ciò che doveva» .
Ovvero, Guglielmi? «Ha proposto una vera tv, come abbiamo sempre scelto noi a Raitre. Parlo di una tv capace di scardinare gli schemi, di rompere la monotonia della griglia preparata, di mettersi in discussione, di aprire finestre in diretta sull’attualità legata al tema proposto dalla puntata. Il risultato finale è una televisione molto più bella, viva, autentica. Esattamente lo stesso meccanismo per cui, ai tempi, Fabio Fazio la domenica, in "Quelli che il calcio", spezzava a metà qualsiasi intervista, anche la più prestigiosa e interessante, se c’era un grande gol».
Angelo Guglielmi (l’uomo che ha imposto format come «Chi l’ha visto? » e ha trasformato i processi di cronaca nera in materia da prima serata) riflette ancora un po’. E poi: «Dirò di più. Quella finestra aperta sulla diretta dal Senato, quell’imporsi del Parlamento sulla trasmissione ha finito col valorizzare moltissimo la Terza Camera, ovvero i contenuti stessi di "Porta a porta". Non credo ci siano state imposizioni da parte dei vertici Rai, penso ci sia stata una libera scelta editoriale di Vespa che ha compreso quanto fosse, direi, imperioso far capire cosa stesse accadendo a Palazzo Madama». E adesso? «Adesso la Rai dovrebbe far tesoro dell’esperienza. Non aspettare un’altra morte. E non confinare l’approfondimento politico sempre verso mezzanotte».