Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  febbraio 11 Mercoledì calendario

UBS, IN PROFONDO ROSSO TAGLIA ANCORA POSTI

Rosso record per Ubs. La prima banca elvetica ha chiuso il 2008 con una perdita pari a 19,7 miliardi di franchi svizzeri (circa 13 miliardi di euro) contro i 5,2 miliardi di franchi di un anno prima (un po´ peggio di quanto avessero previsto gli analisti) dopo essere stata costretta a svalutazioni per 48 miliardi di dollari a causa della crisi dei subprime ed essere ricorsa ad un aumento di capitale per 16 miliardi di franchi. A perdere a rotta di collo è stata la divisione Investment bank, la stessa che ha trascinato in rosso anche il quarto trimestre dell´anno, che si è chiuso per il colosso elvetico con un rosso pari a 8,1 miliardi di franchi svizzeri.
Di fronte ad un risultato così drammatico, tuttavia, la banca ha cercato di arginare i danni, annunciando nuovi tagli al personale: quasi duemila persone, concentrate nella divisione Investment (dove l´organico è destinato a scendere da 17.171 unità a 15.00) dopo il dimagrimento di altrettante persone, a livello di gruppo, varate in concomitanza - nell´ottobre scorso - con il piano di salvataggio deciso dalla Confederazione. La misura è stata indispensabile per riportare la calma sui mercati, ma è costata cara ai bilanci pubblici: proprio ieri il dipartimento federale delle Finanze ha annunciato infatti che l´anno scorso si è chiuso con un deficit nei conti pubblici pari a 3,6 miliardi, a causa soprattutto dei 5,9 miliardi di franchi che il governo federale ha utilizzato per sostenere Ubs (attraverso la sottoscrizione di obbligazioni convertibili) e non sufficientemente bilanciati da entrate supplementari per 7,3 miliardi.
Ma se la crisi di Ubs è tale da mettere a repentaglio persino l´equilibrio contabile dei bilanci pubblici, è altrettanto vero che si cominciano ad intravedere timidi segnali di inversione di tendenza. A fronte per esempio di deflussi netti per 27,6 miliardi (dopo i 34,4 del trimestre precedente) nell´asset management, a gennaio la raccolta netta della banca dei vip è tornata positiva; inoltre i vertici della banca hanno dichiarato di guardare con più serenità al 2009 e continuano a puntare al ritorno in utile (sebbene a breve le previsioni restino caute); spunti di maggior tranquillità che hanno guidato Ubs al rialzo in Borsa (con una chiusura a più 5,66%) nonostante la cancellazione del dividendo.
Il colosso elvetico ha anche varato una profonda ristrutturazione delle attività di asset management, mentre continua a battere sul versante dei costi: oltre ai tagli di personale, nel 2008 era già stato messo un tetto alla parte variabile delle retribuzioni (con un massimale di 125 mila franchi svizzeri) e i costi operativi sono stati ridotti del 37%. All´opera di contenimento si contrappone invece una sempre maggiore solidità patrimoniale, con coefficiente Tier 1 salito dall´11 all´11,5%. Infine, altro elemento positivo, la Banca nazionale svizzera ha annunciato ieri che rileverà da Ubs asset illiquidi per 39,1 miliardi di dollari, rispetto ai 60 annunciati inizialmente, perché «l´evoluzione ha mostrato che non è più necessario, dal punto di vista della stabilità del sistema».