Vittoria Puledda, la Repubblica, 11/02/2009, 11 febbraio 2009
UBS, IN PROFONDO ROSSO TAGLIA ANCORA POSTI
Rosso record per Ubs. La prima banca elvetica ha chiuso il 2008 con una perdita pari a 19,7 miliardi di franchi svizzeri (circa 13 miliardi di euro) contro i 5,2 miliardi di franchi di un anno prima (un po´ peggio di quanto avessero previsto gli analisti) dopo essere stata costretta a svalutazioni per 48 miliardi di dollari a causa della crisi dei subprime ed essere ricorsa ad un aumento di capitale per 16 miliardi di franchi. A perdere a rotta di collo è stata la divisione Investment bank, la stessa che ha trascinato in rosso anche il quarto trimestre dell´anno, che si è chiuso per il colosso elvetico con un rosso pari a 8,1 miliardi di franchi svizzeri.
Di fronte ad un risultato così drammatico, tuttavia, la banca ha cercato di arginare i danni, annunciando nuovi tagli al personale: quasi duemila persone, concentrate nella divisione Investment (dove l´organico è destinato a scendere da 17.171 unità a 15.00) dopo il dimagrimento di altrettante persone, a livello di gruppo, varate in concomitanza - nell´ottobre scorso - con il piano di salvataggio deciso dalla Confederazione. La misura è stata indispensabile per riportare la calma sui mercati, ma è costata cara ai bilanci pubblici: proprio ieri il dipartimento federale delle Finanze ha annunciato infatti che l´anno scorso si è chiuso con un deficit nei conti pubblici pari a 3,6 miliardi, a causa soprattutto dei 5,9 miliardi di franchi che il governo federale ha utilizzato per sostenere Ubs (attraverso la sottoscrizione di obbligazioni convertibili) e non sufficientemente bilanciati da entrate supplementari per 7,3 miliardi.
Ma se la crisi di Ubs è tale da mettere a repentaglio persino l´equilibrio contabile dei bilanci pubblici, è altrettanto vero che si cominciano ad intravedere timidi segnali di inversione di tendenza. A fronte per esempio di deflussi netti per 27,6 miliardi (dopo i 34,4 del trimestre precedente) nell´asset management, a gennaio la raccolta netta della banca dei vip è tornata positiva; inoltre i vertici della banca hanno dichiarato di guardare con più serenità al 2009 e continuano a puntare al ritorno in utile (sebbene a breve le previsioni restino caute); spunti di maggior tranquillità che hanno guidato Ubs al rialzo in Borsa (con una chiusura a più 5,66%) nonostante la cancellazione del dividendo.
Il colosso elvetico ha anche varato una profonda ristrutturazione delle attività di asset management, mentre continua a battere sul versante dei costi: oltre ai tagli di personale, nel 2008 era già stato messo un tetto alla parte variabile delle retribuzioni (con un massimale di 125 mila franchi svizzeri) e i costi operativi sono stati ridotti del 37%. All´opera di contenimento si contrappone invece una sempre maggiore solidità patrimoniale, con coefficiente Tier 1 salito dall´11 all´11,5%. Infine, altro elemento positivo, la Banca nazionale svizzera ha annunciato ieri che rileverà da Ubs asset illiquidi per 39,1 miliardi di dollari, rispetto ai 60 annunciati inizialmente, perché «l´evoluzione ha mostrato che non è più necessario, dal punto di vista della stabilità del sistema».