Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  febbraio 11 Mercoledì calendario

VENDITE AUTO, LA CINA SORPASSA GLI USA

Da ieri la Cina è il principale mercato mondiale dell´automobile. Pechino supera gli Usa in una gara in discesa, a chi perde meno vendite rispetto al passato recente: a gennaio 2009 gli Stati Uniti si fermano a 656 mila auto venute contro le 735 mila del mercato cinese. Naturalmente si tratta di una tendenza che potrà essere smentita tra trenta giorni: tradizionalmente le prime settimane dell´anno sono di basse vendite negli Usa mentre il Capodanno lunare cinese è normalmente destinato a far salire il numero dei clienti. Ma il principale dato su cui riflettere è il fatto che in Usa possiede un´auto l´80 per cento degli abitanti mentre in Cina la stessa percentuale scende al due. Le potenzialità di crescita, dunque, sono immense e potranno essere solo rallentate dagli effetti della crisi. Il sorpasso è comunque un dato storico anche se considerando il mercato europeo nel suo complesso, il vecchio continente supera ancora sia la Cina sia gli Stati Uniti.
Ma anche l´Europa segna il passo. E comincia a dividersi in modo abbastanza evidente sulle misure da adottare per sostenere le quattro ruote. Ieri i costruttori tedeschi hanno più o meno apertamente accusato la Francia di sfruttare la crisi per attuare una politica protezionista. Nel mirino, i provvedimenti annunciati da Sarkozy: 6,5 miliardi a favore di Psa e Renault, una misura che, secondo i tedeschi, «porta a distorsioni della concorrenza che non dobbiamo autorizzare in Europa». L´allarme è stato immediatamente raccolto da Neelie Kroes, commissaria Ue alla concorrenza: «Abbiamo scritto a Parigi - ha annunciato ieri il portavoce della commissaria - per chiarire che non autorizzeremo aiuti che possano danneggiare il mercato unico». Non piace a Bruxelles la condizione posta da Sarkozy in cambio del finanziamento pubblico: l´obbligo di mantenere le produzioni in Francia. Anche con il danaro del governo non sarà comunque facile per i costruttori francesi superare la crisi: ieri il presidente di Psa, Christian Streiff ha stimato che nel 2009 le vendite del gruppo possano scendere del 20 per cento.
Una previsione in linea con quelle delle agenzie di rating. Jp Morgan sconsiglia di investire su Psa e Renault perché in cambio degli aiuti di stato sarà impedita la distribuzione del dividendo e la ristrutturazione del due gruppi. La stessa società di rating sconsiglia di investire su Fiat che avrebbe bisogno, secondo gli analisti, di una iniezione di liquidità tra uno e due miliardi di euro. Anche Fitch definisce negativo l´outlook di tutte le aziende del settore auto e mette sotto osservazione in particolare Fiat e le francesi.
Negli Usa invece, secondo gli analisti londinesi, Gm e Chrysler non sono fuori dal rischio fallimento nonostante gli aiuti del piano Obama. Gm ha annunciato ieri il licenziamento di 10.000 impiegati. Contemporaneamente la Opel, ramo europeo della stessa Gm, ha annunciato il raddoppio delle vendite di auto di piccola cilindrata, a dimostrazione che nella crisi c´è anche chi riesce a guadagnare qualcosa. Soprattutto per effetto degli incentivi del governo tedesco e degli sconti decisi dalla casa in occasione dei suoi 110 anni di attività.