Luisa Grion, la Repubblica, 11/02/2009, 11 febbraio 2009
CROLLO RECORD DELLA PRODUZIONE A PICCO LE QUATTRO RUOTE
E´ andata male e a sentire le imprese andrà ancor peggio: la produzione industriale, nel 2008, ha toccato il punto più basso mai visto nella serie storica dell´Istat (che parte dal 1991). Il dato è devastante se riferito al settore auto dove, fra lo scorso dicembre e lo stesso mese del 2007, si è verificata una caduta verticale: meno 48,9 per cento. Ma è l´intero sistema a subire i colpi della crisi: sempre riferendosi a dicembre 2008 su dicembre 2007 la produzione industriale ha perso, nel suo insieme, il 12,2 per cento. La media dell´intero anno è invece a meno 4,3 per cento, il che mette in evidenza come la caduta si sia concentrata negli ultimi mesi.
Il fatto è che la crisi, a sentire le imprese, non lascia intravedere a breve segnali d´uscita: Confindustria annuncia infatti che il Pil del 2009 potrebbe superare le già nefaste previsioni: «Salgono le probabilità di una flessione superiore al 2,5 per cento» comunica il Centro studi. E le stime sull´andamento della produzione confermano tale lettura perché, sempre secondo le imprese, la produzione industriale di gennaio metterà a segno una flessione del 15,2 per cento. Ancor più giù del 12,2 di dicembre.
Ma previsioni a parte, a preoccupare sindacati e imprese già bastano i dati certificati dall´Istat su dicembre: al di là del settore auto, è in netta discesa la produzione dei mezzi di trasporto (-31,5 per cento), della lavorazione di minerali non metalliferi (-25,3), della gomma e materie plastiche (-25,2) e della produzione di metallo e prodotti in metallo (-22,4 per cento).
Per il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola le cifre segnalano «l´impatto della crisi internazionale sulla nostra economia». Ora, ha detto, oltre alle misure a sostegno dei consumi e delle imprese «dobbiamo concentrasi sul sostegno del reddito di coloro che potrebbero perdere il posto di lavoro». Ma quanto finora fatto può bastare? Per il Pd assolutamente no: «Il governo dimostra una non giustificabile assuefazione ai consecutivi record negativi e non reagisce in maniera aggressiva all´emergenza in atto» commenta Matteo Colaninno, ministro ombra dello Sviluppo. «Il quadro si aggrava - fa notare la Cgil di Susanna Camusso - i provvedimenti basati solo sulla domanda non sono sufficienti, bisogna intervenire sull´occupazione, sul mantenimento delle produzioni e sulla ricerca dei prodotti». «L´economia ha i piedi d´argilla» commenta Confesercenti, che teme «un pericoloso avvitamento fra consumi fermi e produzione in calo».