Carmelo Lopapa, la Repubblica, 11/02/2009, 11 febbraio 2009
VIETATO LO STOP DELLE TERAPIE MEDICHE TESTAMENTO BIOLOGICO DAVANTI AL NOTAIO
Fine vita secondo le nuove regole targate Pdl. Ovvero, come sarà difficile e quanto complicato preparare e depositare un testamento biologico in Italia. Niente eutanasia, ovvio. Ma anche nessuno stop all´alimentazione, mai. Nessuno potrà «staccare la spina», cioè interrompere la dipendenza da un macchinario. E il documento bisognerà depositarlo dal notaio, portandoci ogni tre anni il medico di famiglia.
L´ormai inutile legge «salva Eluana» è archiviata. Da oggi al Senato il testo organico, più generale, che unifica undici proposte (tutte di centrodestra tranne una) affronta l´esame in commissione Sanità. Relatore il cardiologo napoletano Raffaele Calabrò (Pdl). Il ddl del cattolico Pd Ignazio Marino, che a inizio legislatura aveva raccolto 89 firme, resta fuori dalla sintesi. Nella quale invece è stata recepita, non a caso, la proposta di legge (994) della teodem Emanuela Baio. Prima del rush finale a Palazzo Madama - 3 settimane in commissione, poi l´aula fino a marzo inoltrato - arriva la benedizione ufficiale di monsignor Rino Fisichella, presidente della Pontificia accademia per la vita: « un testo di grande equilibrio». Quel che è certo, tanto più dopo lo «strappo» di Rutelli e altri quattro democratici in Senato ieri sulla mozione Pdl per «garantire l´alimentazione», è che il ddl sul testamento biologico farà breccia anche in campo Pd. «Siamo una ventina, popolari e non solo, per noi il limite invalicabile è l´eutanasi e quella proposta è una buona base di partenza», raccontano Benedetto Adragna e Antonino Papania, tra gli altri. Non è un caso se il ddl di Ignazio Marino era stato firmato da 89 senatori Pd su 118: una trentina restano sul confine. «Lavoreremo insieme per migliorare il testo, sì, la sensazione che ho è che con alcuni colleghi di opposizione ci sarà una convergenza» ragiona il relatore Calabrò.
Dieci gli articoli e tanti i paletti. Il tutto comincia con l´enunciazione di principio: «La Repubblica tutela la vita umana fino alla morte, accertata» secondo i canoni di legge. Dopo di che, divieto di «ogni forma di eutanasia» o «suicidio assistito» e, nello stesso articolo 2, il divieto di «attivazione o disattivazione» di macchinari o terapie che possano consentire la morte del paziente. L´alimentazione non sarà suscettibile di interruzione (art. 5). Quindi la Dichiarazione anticipata di trattamento dovrà essere stipulata davanti a un notaio (a titolo gratuito, detta l´art. 6), col medico di famiglia al seguito e avrà durata di tre anni (rinnovabili). Ma le dichiarazioni, questa la novità, «non saranno vincolanti». Previsto un fiduciario.
« una legge scritta per rendere inapplicabile il ricorso al testamento biologico - denuncia Ignazio Marino - Non un cenno alle cure palliative, né alla terapia del dolore. Ma soprattutto, col divieto di interrompere le terapie, Welby sarebbe ancora attaccato alla sua macchina. E poi, ve lo immaginate portare ogni tre anni dal notaio il medico di famiglia che è già difficile incontrare in ambulatorio? La nostra proposta non punta a staccare la spina, ma a rendere non obbligatorie le terapie: una scelta di civiltà che l´articolo 32 della Costituzione riconosce al paziente e che qui si vuole aggirare».