Giulia Zonca, la Stampa 11/02/2009, 11 febbraio 2009
Tra le tette enormi del grande fratello e il quiz facile facile che lancia il telegiornale, la tv si agita, prova schemi diversi e torna indietro
Tra le tette enormi del grande fratello e il quiz facile facile che lancia il telegiornale, la tv si agita, prova schemi diversi e torna indietro. Alla fase dell’onniscienza, quando per passare la selezione di «Lascia o raddoppia» bisognava imparare a memoria le enciclopedie. La strada a ritroso segue un percorso inedito, personaggi sopra le righe dentro programmi collaudati, niente scelte di nicchia: la via alternativa bussa in prima serata, con degli infiltrati. Alieni annoiati dal buonismo che improvvisamente parlano di «qualità», «educazione», «sacrificio» e piacciono. Sono perfidi, passionali e amano le sentenze del tipo: «Sei un disastro», ma non è il gusto per la polemica da vecchio talk show. Linfa nuova e trasversale, dalla tv nazionalpopolare al talent show sul satellite. L’esempio più sadico e riuscito è Alessandra Celentano, insegnante di danza classica alla scuola di «Amici», nipote di Adriano che lei definisce «giusto esempio di longevità per dare un peso al talento» e ormai centro di un programma che fa più di 5 milioni di spettatori a puntata. «Il mio ruolo è scomodo, facile farsi dare dell’antipatica ma non è che la tv debba per forza essere cattiva maestra, può essere educativa, come una volta. Diamo messaggi corretti: senza qualità, senza faticare, senza rigore lo spettacolo non lo puoi fare. Non illudiamo i ragazzi facendo finta che una persona limitata abbia possibilità di diventare famosa solo perché è il sogno di sempre». Lei i sogni li stronca con una certa logica, «anni a parlare di reality... è ora che la tv si adegui alla vita, giusta e reale. Servono persone con il coraggio di dire chi vale e chi no». A inizio stagione ha chiesto alla produzione di «Amici» di alzare il livello, ragazzi più preparati e soprattutto «disposti a tenere le distanze. Non è possibile che tra un professionista e un aspirante tale ci sia un rapporto da pari». L’hanno assecondata quando la trasmissione stava ancora in fascia pomeridiana, nella fase di scelta degli allievi per il cast serale, ora che «Amici» occupa il prime time (e ben oltre) del mercoledì sera, i colleghi arretrano: «Dicono che io sono ristretta. Sbagliato, vorrei solo che i ragazzi fossero coscienti delle loro possibilità: magari restano fissati con l’idea che possano fare i cantanti, i ballerini o le star e invece potrebbero diventare degli avvocati di successo». Due anni fa aveva come bersaglio Agata, soprannominata «collo del piede» perché sprovvista di uno dei requisiti fisici necessari per essere ballerini professionisti «e infatti oggi non balla, fa tutt’altro. Mi prendo molte soddisfazioni a telecamere spente. Può darsi che qualche ragazzo che per me è scarso combini qualcosa per sei mesi però vanno avanti solo quelli con una base. E con la voglia di lavorare. Una scuola professionale dura come minimo 8 anni, è ridicolo pensare che uno stage in tv la sostituisca». Ed è il concetto di tv che si crepa, i 15 minuti di celebrità, la comparsata eletta a carriera: «Per carità, si può anche accontentarsi di sculettare, si può diventare famose come velina. lecito, non sono contraria. Però è ora di cominciare a sottolineare le differenze tra un curriculum e l’altro. Una volta in tv ci stavano solo professionalità assolute, ora un po’ tutti, basta guardare il livello dei ballerini nei programmi». La ricerca di qualità ha occupato i talent show. Nelle prime edizioni passerelle di ossessioni personali, «desidero tanto diventare attore», in queste puntate ormai provini veri e propri. «Il pubblico capisce, diventa più selettivo ed esigente. Prima votavano a simpatia, ora non sono sempre d’accordo con i giudizi da casa però i canoni di scelta sono cambiati». Stessa evoluzione dentro «X Factor», già nato con standard alti e sempre più spietato nelle eliminazioni. Lì c’è Morgan nel ruolo del giudice incontentabile. Stessa aria sul satellite, Sky manda in onda «Next top model», ricerca di una faccia da pubblicità: versione americana con Tyra Banks e versione italiana con un’inedita Natasha Stefanenko. Da garrula presentatrice ad austera osservatrice: «Non trasmetti nulla». Neanche la bellezza può più essere approssimativa nella tv che guarda indietro a caccia di perfezione. Giulia Zonca