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 2009  febbraio 11 Mercoledì calendario

Mente giuridica della famosa «banda dei quattro» (con Gasparri, Cicchitto e Bocchino, i capigruppo del Pdl in Parlamento), e dunque monocolo nel regno dei ciechi, Gaetano Quagliariello si era sinora distinto, avendo accesso diretto a Re Silvio, come l’esperto di ogni mediazione politico-legislativa-istituzionale

Mente giuridica della famosa «banda dei quattro» (con Gasparri, Cicchitto e Bocchino, i capigruppo del Pdl in Parlamento), e dunque monocolo nel regno dei ciechi, Gaetano Quagliariello si era sinora distinto, avendo accesso diretto a Re Silvio, come l’esperto di ogni mediazione politico-legislativa-istituzionale. L’uomo al quale si deve la soluzione 4 per cento per le europee, il ricorso (respinto per infondatezza) alla Corte Costituzionale su Eluana, l’elezione di Villari coi soli voti del Pdl, e anche il «Vassallum», in sponda con i democrat Vassalli e Ceccanti. Successi e insuccessi, come capita, di un bipolarista convinto, e convintissimo uomo-ponte tra destra e sinistra in Senato, luogo in cui in vesti diverse alberga da tre legislature. Da ieri, il professor Quagliariello, è entrato (finalmente, forse) nell’immaginario collettivo e dunque anche su YouTube, col gesto enfatico e vagamente alla Mick Jagger di afferrare il microfono e poi sdegnosamente allontanarlo da sé, come fanno appunto i divi rock, e quasi mai i professori, urlando «Eluana è stata ammazzata, e noi non ci stiamo!». Cosicché, visto il Quagliariello che da ex radicale è divenuto teo-con, vien da pensare che il centrodestra sia passato dalla stagione dei Professori laici, a quella dei professorini devoti. Lucio Colletti, Saverio Vertone, Piero Melograni e Marcello Pera erano i quattro moschettieri illuministi all’occhiello del Berlusconi del ”96. Oggi, c’è solo Quagliariello che avrà cinquant’anni nel 2010 e, nato a Napoli da Ernesto che è stato rettore d’università a Bari e poi anche presidente del Cnr, è stato ordinario di Storia contemporanea alla Luiss di Roma, ha scritto ben nove saggi, uno monumentale («mi è costato dieci anni di lavoro») sul suo idolo politico, Charles De Gaulle, di cui nella sua rubrica delle lettere Sergio Romano scrisse «è un’eccellente biografia». Il fervore e le attitudini intellettuali, che non gli hanno impedito di sposarsi a 33 anni e di avere due figlie, hanno incrociato la politica per ben due volte. Negli Anni 80 alla corte di Marco Pannella, da cui poi si secessionò in pattuglia con Geppi Rippa e Lino Jannuzzi. E quando il presidente del Senato Marcello Pera, unico filosofo della scienza italiano citato nei libri di Feyerabend come in quelli di Popper, decide di aver bisogno di un «consigliere culturale». Con quella carica, Quagliariello architetta Palazzo Madama come una specie di supercircolo, il concerto sinfonico di Natale, la quadreria moderna con la consulenza di Vittorio Sgarbi e Ottaviano del Turco, la sistemazione della Biblioteca del Senato... E, a latere, la Fondazione Magna Charta, il primo think tank di centrodestra liberal, che da quella tribuna si prova anche a lanciare - ma non ci riesce - la riforma costituzionale del centrodestra. Quagliariello gestisce la Fondazione, Pera ne è presidente solo onorario. L’intesa tra i due, si racconta a Palazzo Madama, è che Pera, lasciata la presidenza del Senato, prenderà quella di Magna Charta. E invece no. In un incontro così agitato tra i due da filtrare dalle pareti di Palazzo Giustiani, il sodalizio finisce. Però poi è Pera a caldeggiare la candidatura, proprio in Toscana, di Quagliariello. Che lì ha incrociato Denis Verdini, un plenipotenziario vero di Berlusconi. E la storia è ricominciata: Verdini e Quagliariello che fan squadra, poi si allontanano, poi si riavvicinano... E simmetricamente, Quagliariello che s’avvicina, e poi s’allontana, e poi si riavvicina al presidente attuale del Senato, Renato Schifani. Un pendolo, e si trattasse di parlamentari in gonnella si citerebbe «Eva contro Eva». Ma si tratta di Quagliariello, e lui va dritto per la sua strada tessendo una fitta trama di rapporti. Telefona dando del tu anche a editorialisti che non conosce, rilascia interviste da giurista, tuona contro Napolitano. Un professore rock, appunto.