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 2009  febbraio 07 Sabato calendario

I GIUBBETTI DEI FILM QUANDO LA MODA S’ISPIRA AI COPIONI


Manuele e Michele Ma-lenotti sono imprenditori speciali. Figli di un padre, Franco (uno con la «f», una rarità in famiglia) fissato con le moto e la moda e per questo acquistò la Belstaff dagli inglesi nel ’96. E nipoti di un nonno, Maleno (solo il nome varrebbe un romanzo) votato al cinema e alla moda: è stato il produttore che vendette a Howards Hughes (già l’aviatore di «Aviator» che era cotto della Lollobrigida) i diritti di «la donna più bella del mondo». Così se M&M sono oggi i gemelli della tripletta moda & cinema & moto non ci si deve stupire più di tanto: loro sono i giubbotti, le tute, i trench da «Aviator » (le coincidenze) a «Ocean’s Twelve », da «Match Point» a «Mission Impossible », da «Codice da Vinci» a «The Departed», da «Blood Diamond» a «Indiana Jones». Così le risposte sono tutte farcite di «George» o «Brad» o «Angiolina » o «Leo» senza toni spocchiosi, anche se può risultare difficile crederlo.
D’altronde è anche vero che Manuele, il più vecchio, 34 anni, laurea in legge e scienza delle comunicazione, fidanzato «felice» con Lola Ponce, case a Milano e Londra, è il compagno di moto di Clooney («Uomo straordinario ») nelle scorribande estive sulle Dolomiti o in Toscana. Così come Michele, il piccolo, 27 anni, studi in marketing, un figlio di sei anni, casa a Treviso, riceve gli sms di un «Brad» entusiasta per la giacca che ha tenuto anche fuori dal set. E per scusarsi che giovedì prossimo, ultima fatica, non sarà a Milano per la prima italiana di «Il curioso caso di Benjamin Button» gli ha inviato una foto inedita con dedica scattata durante la lavorazione del film. Sembra tutto facile, ma non lo è. «Occorrono più o meno un paio di anni per mettere a punto i capi che poi verranno usati sui set – raccontano i due ”. C’è uno staff di venti persone (in un’azienda di 100,
ndr) che fa solo quello. Dicevamo: ci arriva il copione, lo leggiamo e già cominciamo a pensare come vestire i o il personaggio. Con costumista prima e regista poi, naturalmente». Non senza aneddoti. «Per esempio con Angelina (Jolie, ndr) che in "Wanted" voleva girare senza controfigure anche le scene più toste come la fuga sul tetto di un treno in corsa. Per lei c’era bisogno di un capo protettivo e elastico, quasi una seconda pelle per muoversi in libertà e di 40 paia di stivali con la suola di gomma per assicurare l’aderenza a ogni ciak. O con Hilary Swank in Amelia Eahart (in uscita quest’anno, ndr)
che ha voluto che capi fedelissimi a quelli dell’aviatrice ma comodi cosa che non erano certo negli anni Venti! ».
Da cosa nasce cosa e i prototipi: dal «Wax cotton» del ’24 (un canvas di cotone impermeabile antivento) al «Vectram» del 2008 una fibra in cristalli liquidi, ma la storica pelle del ’30 per gli aviatori quando volavano senza cellula protettiva; all’«Ironguard» del ’99 tessuto e lamina di metallo protettica; al «Reacta» del 2000 tela intelligente e sensibile alle temperature. «Per Harry Potter, per esempio...». Ma lui ha solo un mantello: «Aveva! Il nuovo avrà un giubbetto da teenager e il prossimo, finalmente maggiorenne, una giacca di velluto tutta strutturata, altroché!». Dal copione, in collezione: «Spesso identiche: il giorno dopo la prima, di giacche di "Indiana Jones e il regno di cristalli" in tutto il mondo ne abbiamo vendute seimila!».