Marisa Fumagalli, Corriere della sera 7/2/2009, 7 febbraio 2009
MESTRE, IL PASSANTE ECOLOGICO SALTA IL «TAPPO» DEL NORDEST
Demolire a mazzate un cartellone può scaricare l’angoscia, dissolvere un incubo. Prendendosi anche una bella soddisfazione. Con un gesto un po’ plateale’ ma Giancarlo Galan è fatto così – il governatore del Veneto, ieri, ha distrutto il pannello segnaletico, non direzionale bensì temporale, che campeggiava sulla A 4, poco prima della barriera di Mestre Villabona: in esso veniva indicato, giorno dopo giorno, il conto alla rovescia e i ritardi (+279) sull’apertura prevista del Passante. Un’opera/miraggio divenuta realtà: 32,3 chilometri d’asfalto a tre corsie (oltre a quella d’emergenza), da percorrere bypassando la trafficata tangenziale di Mestre. In pratica, da Milano a Trieste (o Udine), e viceversa, l’autostrada sarà percorribile senza interruzioni. Senza quella «cesura» che faceva dannare auto e Tir. Ora tutti applaudono. Un’avvertenza agli automobi-listi: in attesa del via (domenica pomeriggio), dovranno affrontare gli ultimi disagi: da stamattina alle 6 fino alle 14 di domani, saranno chiusi (in entrambi sensi di marcia) due tratti dell’A 4: da Dolo-Mirano a Padova Ovest, da San Donà di Piave allo svincolo per l’aeroporto di Tessera. La nuova infrastruttura, dunque, era attesa da troppo tempo, volato tra polemiche, ipotesi e progetti; nel dicembre 2004, l’inizio dei lavori. Allora, ben vengano le «mazzate » e le esultanze di Galan («Grande opera del Terzo Millennio, è la prima autostrada aperta in Italia, da trent’anni») che, domani, giorno dell’inaugurazione, percorrerà il Passante in compagnia del premier Berlusconi. Tutto è pronto e previsto per la cerimonia, compresi i rumor sul chi ci sarà e chi no. Del resto, qualche esponente dell’opposizione ha già annunciato la sua assenza, maldigerendo l’idea che il Passante venga benedetto dai leader di due governi di centrodestra: regionale e nazionale. Ciò detto, i consensi, ormai, superano decisamente le critiche. Questa «bretella» era così necessaria che sarebbe insensato insistere sui se e sui ma, ad opera compiuta. Prendiamo il sindaco di Venezia Massimo Cacciari (a suo tempo era tra i sostenitori di una sopra-elevata), un tipo imprevedibile. Lui ci sarà. «Ho annullato una conferenza, cui avrei dovuto presenziare », ha fatto sapere.
Ma torniamo alla sostanza dell’infrastruttura (che attraversa 12 comuni veneziani e trevigiani), costata 986,4 milioni di euro. La copertura è assicurata da fondi pubblici (Cipe e Finanziarie), 702,5 milioni saranno recuperati dagli introiti dei pedaggi. I numeri del dossier di Veneto Strade sono un martellante bollettino: 8 tratti in trincea, 15 in rilevato, 4 viadotti, 8 gallerie artificiali, 14 attraversamenti fluviali, 15 sovrappassi, 22 sottopassi, 1 casello autostradale intermedio, 2 barriere. Capitolo a parte, le aree di «mitigazione ambientale», calcolate in 89 ettari. Si tratta, in altre parole, di strutture (filtri, siepi, piante) che smorzano i danni all’ambiente. Per il futuro si parla anche di «Passante verde »: un progetto (in collaborazione con Coldiretti) che prevede numerosi alberi da piantare con la sistemazione e l’utilizzo di ampie aree destinate a verde pubblico. E dopo il Passante? Renato Chisso, assessore alle Politiche per la Mobilità, batte la gran cassa per le opere prossime venture. Investimento: 11 miliardi di euro. Sostiene che la Regione intende raccogliere la sfida di Obama puntando sulle infrastrutture, come via d’uscita dalla crisi. «Per la Valdastico sud e il completamento della A 28, tra Friuli e Veneto, siamo a buon punto», spiega Chisso. Gli altri progetti: la terza corsia sulla A 4 fino a Trieste, Nuova Romea, grande raccordo anulare di Padova la Nogara- Mare.