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 2009  febbraio 07 Sabato calendario

PROVIAMO CON IL LOW COST


Spendere meno senza rinunciare al rendimento. Dagli Etf, aperti anche a chi ha meno di 50 euro, passando per i titoli e i conti correnti trattati on-line, fino ai prodotti da straricchi. Ecco una guida agli strumenti per tutte le tasche, per investire in tempi di crisi

Ottenere il massimo dai propri risparmi spendendo poco, possibilmente con prodotti finanziari semplici e a rischio contenuto. Un atteggiamento perfetto in tempi di crisi. L’operazione oggi è meno complicata che in passato per l’investitore italiano, visto che anche l’industria della finanza si sta attrezzando per offrire ai risparmiatori di tutte le taglie soluzioni a basso costo per rispondere alle difficoltà del momento. C’è chi punta sui tagli alle commissioni di fondi e sicav e chi invece lancia programmi ad hoc per ottimizzare i costi di gestione di ville e panfili. E’ uno stile di vita acquisito da anni da chi ha dimestichezza con Internet dove è possibile trovare diverse soluzioni a basso costo. Ecco allora una panoramica degli strumenti per tutte le tasche che il mercato mette a disposizione tra conti correnti, fondi, sicav, etf, azioni fino ai più elitari hedge fund. Una guida per chi può permettersi di investire solo 50 euro, ma anche per chi ha a disposizione patrimoni milionari.

Fondi a sconto. L’ultima iniziativa arriva da Pioneer, la società di gestione del gruppo Unicredit sta per lanciare due nuovi fondi che, oltre a prevedere costi ridotti, propongono un piano di accumulo innovativo. I due comparti, Progetto Azionario 30 e Progetto Azionario 50, in collocamento da lunedì 9 febbraio, applicano il primo anno uno sconto del 50% sulle commissioni di gestione, pari all’1,2%. Sono stati pensati per far tornare in modo graduale gli investitori in borsa. I due fondi hanno l’obiettivo di disciplinare l’ingresso sui mercati azionari in modo graduale, consolidando i guadagni al raggiungimento di determinati livelli. A dare un taglio alle commissioni è anche Kairos, che ha ridotto le fee di gestione su tutti i fondi a eccezione del Kairos partners income, per il quale invece è stata eliminata la provvigione di incentivo.

Ma non tutti sono così virtuosi. Infatti non manca chi i costi li aumenta. il caso di Bnp Paribas asset management. Da lunedì 2 febbraio, i piani d’accumulo Pac e ContoPac di nuova apertura saranno gravati da un diritto fisso una tantum di 25 euro al momento del versamento iniziale e di un diritto fisso di 0,9 euro su ogni versamento successivo. Proprio in tema di commissioni di ingresso, per comprare fondi in modo economico la strada principale è quella di rivolgersi ai supermercati on-line. Che in Italia sono due: Fundstore e Online sim. Il primo (www.fundstore.it), è l’unico supermarket sul web che permette di acquistare fondi comuni e sicav, utilizzando il proprio conto corrente, da un catalogo di oltre 2 mila fondi offerti da oltre 60 società di gestione. Fundstore azzera le commissioni di sottoscrizione, switch e rimborso su tutti i prodotti che contemplano nel prospetto informativo tale operatività. Gli unici costi eventualmente non compresi sono le cosiddette commissioni di intervento delle banche corrispondenti o depositarie. Bisogna invece aprire un conto di deposito che non prevede costi a eccezione dell’imposta di bollo iniziale di 14,62 euro, per operare su Online sim (www.onlinesim.it), che mette a disposizione oltre 2600 fondi e sicav da oltre 70 società di gestione con commissioni d’ingresso azzerate sulla maggior parte dei prodotti. E se sottoscrivere fondi presso i supermercati online consente di risparmiare sulle commissioni di sottoscrizione, è comunque sempre possibile acquistare quote di fondi sul web anche da molte delle piattaforme di internet banking, ma a condizioni standard. Anche se in alcuni casi la convenienza c’è. Per esempio, Iwbank dal 1° ottobre 2008 prevede la possibilità di restituire al cliente parte delle commissioni di gestione e delle eventuali commissioni di distribuzione o di mantenimento, in percentuali che variano dal 20% al 33% a seconda dell’investimento.

Tutti i vantaggi degli Etf. Sempre in tema di fondi, l’internet banking è interessante anche per acquistare Etf o Etc. Già perchè sul fronte delle commissioni di intermediazione tutti i servizi di e-banking assimilano alle azioni italiane gli exchange traded fund e i loro cugini quotati a piazza Affari che replicano l’andamento delle commodities. Commissioni che sul web sono molto più vantaggiose che al borsino della banca. Ma nel caso degli Etf e degli Etc il vantaggio per l’investitore è doppio. Oltre infatti ai bassi costi di intermediazione, questi strumenti fanno pagare spese di gestione molto contenute rispetto a quelle dei fondi comuni. Per esempio, gli Etf più a buon mercato applicano commissioni dello 0,15% nel caso dell’azionario Europa e dei titoli di stato dell’area euro contro una media, rispettivamente, dello 0,37% e 0,17%, mentre il minimo per gli Etf azionari Italia è lo 0,3% contro una media dello 0,44%: nulla in confronto alle commissioni medie di gestione applicate dai fondi, che si collocano sull’1,7-1,9% per gli azionari Italia ed Europa e sull’1% per gli obbligazionari area euro. E non è tutto. Alcuni Etf azionari distribuiscono i dividendi ricevuti, il che permette all’investitore di recuperare almeno in parte i costi sostenuti. E il bello è che è possibile acquistare anche un solo Etf o Etc, impiegando anche meno di 50 euro, pur investendo in un portafoglio diversificato. E il vantaggio è tanto maggiore se il sottostante è un indice obbligazionario, perchè per investire in obbligazioni la cifra minima, sia per i titoli di stato sia per i corporate, è mille euro.

Bond per minibudget. Molti dei bond quotati, emessi da soggetti con alto rating e dai buoni rendimenti, richiedono un investimento minimo di 50 mila euro. Ciò non significa che non ci siano occasioni interessanti: su scadenze a tre o cinque anni, fra i rating investment grade, si possono infatti trovare titoli dal taglio minimo di mille euro, che rendono tra il 4,5% e il 6,8%. Il vantaggio aumenta se i titoli sono acquistati online. Grazie all’internet banking, i risparmi sulle commissioni di intermediazione sono infatti possibili anche per l’acquisto di obbligazioni. La fee applicata va dallo 0,1% di Banca Mps sino allo 0,25% di IntesaSanpaolo. L’unica a offrire commissioni flat sui bond è Iwbank (12,5 euro per EuroTlx e 10 euro per il Mot).

Sul fronte delle azioni, negli ultimi tempi anche la maggior parte dei servizi di internet banking, che non sono sofisticati come quelli dedicati ai veri trader online, offrono la possibilità di scegliere commissioni fisse, finora riservate ai trader più attivi. Per esempio con Banca Sella è possibile negoziare qualsiasi azione italiana anche con 9 euro. Chi vuole rimanere su commissioni variabili non supererà lo 0,19% del controvalore. Tutti i servizi di e-banking si assicurano però una commissione minima, ma offrono il vantaggio di garantire un tetto massimo di spesa. Nei casi più svantaggiosi per il cliente si va da un minimo di 10 a un massimo di 25 euro. Un caso a sé è il Credem, con un massimo di 300 euro. Spingersi sui titoli d’oltre frontiera invece costa mediamente di più. Che si tratti di bond o di azioni, però, in genere vanno pagate delle spese fisse per ogni operazione, in media 2,5 euro. E le commissioni applicate sulle azioni italiane sono le stesse applicate agli strumenti trattati in genere a piazza Affari, quindi certificati e covered warrant trattati al Sedex, così come per Etf ed Etc.

Leva a doppia faccia. A proposito di certificati e covered warrant, va ricordato che in tempi di budget limitato questi strumenti possono essere ottimi per massimizzare il rendimento, purché si abbia una certa propensione al rischio. Già, perchè da un lato i covered warrant (cw) sono strutturati come opzioni call o put, il cui valore aumenta se il valore del sottostante aumenta (call) o viceversa (nel caso della put), in maniera più o meno marcata a seconda del grado di leva con cui questi prodotti sono strutturati. Ciò significa che un investimento limitato in cw può rendere molto più che investendo la stessa cifra direttamente sull’azionario. Ma bisogna essere un pò amanti del rischio, perchè se il mercato dovesse andare in modo opposto a quanto sperato, si rischia di perdere molto più velocemente il proprio capitale. Lo stesso discorso vale per i certificati a leva e per i minifuture, che hanno in più il vantaggio di disporre di un’enorme varietà di sottostanti: azioni, valute, commodities, tassi di interesse.

Hedge in saldo. Per far fronte alla crisi e attirare investitori dopo perdite record e scandali in serie, gli hedge riducono i costi. In Italia si è mossa per prima Hedge invest. Lo scorso 2 febbraio la sgr ha avviato la distribuzione di una nuova classe che prevede solo commissioni di performance, azzerando quindi la commissione di gestione. Come contropartita il lock-up, cioè il periodo di permanenza minimo per il sottoscrittore, è di 12 mesi, mentre oggi è mensile. Questa classe ha portata limitata (150 milioni di euro con limite a 100 disponibile per gli switch), ed è disponibile per tutti gli otto fondi di fondi hedge della società. La sgr otterrà la performance fee del 10% solo in caso di rendimento mensile positivo, a partire dalla data di sottoscrizione. Un intervento, quello sui costi, che la sgr intende portare avanti anche con altre forme, tra cui commissioni di gestione scalari a seconda della liquidità della classe di investimento, ad esempio classi trimestrali con costi fissi inferiori a quelle mensili. L’esempio di Hedge invest potrebbe essere seguito da altre sgr speculative italiane. Nel frattempo l’ondata di fusioni in atto tra i fondi di fondi clone, scattata in seguito alla recente abrogazione del limite dei 200 partecipanti, sta avendo anche ricadute sui costi. quello che è accaduto in casa Eurizon alternative investment: dopo che il fondo Low volatility pb si è fuso nel gemello Low volatility le commissioni annue di gestione sono scese dall’1,8 all’1,5%.

Polizze, meno caricamenti. Anche le assicurazioni giocano al risparmio. Ad esempio Generali applica uno sconto sulle commissioni d’entrata al momento dell’acquisto delle polizze vita. I sottoscrittori di prodotti vita che acquistano una successiva polizza a premio unico o ricorrente, godono di uno sconto del 30% sul caricamento Inoltre chi ha una polizza in scadenza e decide di reinvestire il capitale con Generali nel prodotto Fidelity si vedrà azzerare le commissioni d’entrata. Pagheranno quindi solo il diritto di emissione di 10,3 euro.

Conti e depositi a zero. Chi invece preferisce parcheggiare la propria liquidità in depositi e conti correnti, può trovare su internet le offerte più economiche e nello stesso tempo più redditizie. I conti di deposito non prevedono costi o li riducono al massimo (nemmeno l’imposta di bollo di 34,20 euro all’anno che nella maggior parte dei casi resta a carico della banca, la fa pagare solo il conto Santander time deposit). Ma attenzione: il rendimento promesso è spesso legato a offerte promozionali temporanee o richiede che il denaro sia vincolato per un certo periodo di tempo (si veda tabella in pagina). Purtroppo i tassi attivi di questi conti sono legati all’andamento del costo del denaro: un elemento che in questa fase non li avvantaggia. Chi, nonostante i quattro tagli consecutivi ai tassi da parte della Bce, ha mantenuto fissa la remunerazione è Banca Ifis che ha lasciato al 4,75% il rendimento lordo del conto Rendimax. Da notare che questo tasso lordo (che diventa il 3,53% al netto, considerata la liquidazione trimestrale) è uno dei tassi oggi più elevati sul mercato in assenza di vincoli temporali e offerte promozionali per i nuovi clienti. Sul fronte dei conti correnti, le opportunità per risparmiare non mancano sempre restando on-line. A partire dalle banche tradizionali che in diversi casi hanno lanciato negli ultimi mesi conti web a zero spese, ma purtroppo anche a zero rendimento. Ma attenzione: spesso quando il titolare di un conto on-line effettua un’operazione allo sportello paga una commissione che può rendere il suo deposito più caro di uno tradizionale. Un esempio? Il conto Revolution della Bnl non prevede spese di gestione, ma se si fa anche una sola operazione in banca, allora scatta un canone mensile di 6,9 euro. Positivo è invece il caso della Banca popolare di Milano, il cui nuovo conto on-line Primo assoluto, a differenza dei concorrenti, non prevede commissioni per le operazioni allo sportello, anche se ha un forfait di 3 euro al mese. Si risparmia di più con le tradizionali banche on line, da Fineco a Iw bank a Ing direct, anche perchè è spesso previsto un tasso attivo sulle giacenze che compensa almeno in parte le spese. Ad esempio il tasso attivo lordo del conto Iw in versione Iw power è del 2% a fronte di nessun canone mensile di tenuta conto tranne alcune voci come 2,5 euro per versamenti e prelievi agli sportelli di Ubi banca e 34,20 euro di bolli. Che conto! di Che banca! costa invece 1 euro al mese tutto incluso senza spese per le operazioni via internet, al telefono e in filiale. Se si accredita sul conto lo stipendio o la pensione o in alternativa se si ha un saldo medio trimestrale di almeno 3 mila euro il nuovo conto corrente Arancio di Ing direct non fa pagare nemmeno l’imposta annua di bollo.