Luca Gualtieri, MilanoFinanza 7/2/2009, 7 febbraio 2009
IL DISCO SUONA LENTO
Alla vigilia del Festival di Sanremo è tempo di bilanci per le etichette italiane. Rallenta il business delle major e la musica digitale stenta ancora a spiccare il volo
Mentre Paolo Bonolis si prepara a salire sul palcoscenico dell’Ariston per la 59esima edizione del Festival di Sanremo, il mercato musicale italiano non vive certo il suo periodo più splendente. E il quadro complessivo conferma alcuni trend di lungo periodo ma rivela anche qualche sorpresa. Se i supporti tradizionali (compact disc e dvd) continuano a frenare incalzati dalla pirateria e dall’evoluzione tecnologica, la musica digitale, soprattutto quella veicolata dai cellulari, stenta a decollare. Lo segnala il Rapporto sull’Economia della Musica realizzato dall’Università Iulm in collaborazione con Dismamusica (Associazione distribuzione industria strumenti musicali e artigianato), Fem (Federazioni editori musicali) e Scf Consorzio Fonografici. L’indagine registra una tendenza di lungo periodo: la progressiva diminuzione del fatturato retail che nel 2007, a livello globale, è sceso del 6,3%.
Il calo delle vendite, misurato a valore, si inserisce nel profondo cambiamento strutturale che questa industria sta attraversando a partire dal 2000. Anche i dati italiani mostrano un trend confrontabile con quello globale. La Sony Bmg Music Entertainment Italia, la joint venture tra Bertelsman e Sony che ha ereditato le attività della Ricordi, ha chiuso il 2007 con 117,7 milioni di ricavi, in calo rispetto ai 127,5 milioni portati a casa nell’esercizio precedente. Il calo più accentuato si è avuto naturalmente nel mercato fisico (principalmente compact disc), sceso del 19% ma anche il mercato digital (la musica sui cellulari e su internet) ha registrato una flessione del 10%, dovuta agli scarsi risultati ottenuti dai gestori telefonici nel promuovere questo tipo di prodotto. Nonostante le criticità incontrate, Sony Bmg continua a fare la parte del leone nel mercato discografico italiano producendo alcuni dei cantanti di maggior successo, come Eros Ramazzotti, Adriano Celentano, Antonello Venditti, Giorgia e Fiorella Mannoia. La Sony è stata anche la major più presente al Sanremo 2008 con quattro big: Simone Cristicchi, Mango, Daniele Silvestri e Leda Battisti.
Anche gli altri colossi non se la passano benissimo. Emi Music Italy ha registrato nel 2007 un brusco calo nelle vendite di compact disc, solo parzialmente compensato da un incremento dei ricavi dei diritti. Al 31 marzo 2008 la controllata dell’etichetta inglese aveva inoltre registrato una netta prevalenza del repertorio italiano rispetto a quello straniero, mentre le compilation hanno mostrato un sensibile decremento rispetto all’anno precedente (-42%). Boccheggia anche la Universal Music Italia che nel 2007 ha registrato 85,2 milioni di ricavi rispetto agli 87,7 dell’anno precedente, pur incrementando del 5% la propria quota di mercato.
I bilanci della major, quindi, rispecchiano l’andamento generale del mercato. Secondo i dati forniti dal Fimi, nel 2007 gli album di cd hanno registrato una flessione del 10% in termini di volume e del 18% come valore, facendo scendere di circa l’8% il prezzo medio. Male anche i dvd videomusicali che hanno segnato una flessione del 38% in termini di valore. Complessivamente negli ultimi sei anni i volumi della discografia italiana si sono dimezzati e le vendite a valore si sono ridotte del 40%. Su questa performance pesa sicuramente la scure della pirateria ma anche il lento decollo della musica digitale. Non solo l’Italia non figura tra i primi 10 Paesi al mondo per vendite di musica digitale ma, nonostante il fortissimo uso di telefoni cellulari, la quota del mobile va parzialmente diminuendo. Insomma, il vecchio declina ma il nuovo stenta a decollare.