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 2009  febbraio 07 Sabato calendario

KENYA, IL MARE D’INVERNO ITALIANO

In Kenya servono poco più di 100mila euro per acquistare una villetta di seconda mano dotata di tutti i comfort, con vista mare e piscina. Ne servono poco più di 150 al mese per avere tre persone a servizio in casa. Quando si pensa al mal d’Africa, la nostalgia profonda che colpisce chi ha conosciuto i luoghi magici e selvaggi del continente nero, bisogna mettere in conto anche questi particolari: la possibilità di condurre una vita agiata spendendo poche centinaia di euro al mese.
Così in Kenya, prevalentemente lungo la costa si concentrano gli agglomerati residenziali stranieri, in particolare nella zona di Malindi, a circa due ore di macchina da Mombasa. Ci sono gli inglesi (che di fatto sono di casa da quando il Kenya è diventato un protettorato britannico fino al 1963), i tedeschi e gli italiani.
Il Sud è un po’ un isola felice in un Paese dove un terzo della popolazione sta vivendo una grave crisi alimentare che ha colpito circa dieci milioni di persone. In particolare, la comunità italiana - quella stanziale - è costituita da circa un migliaio di persone e, nei periodi vacanzieri (da novembre a marzo), arriva anche a 2mila. Tra gli illustri "pendolari" figurano l’imprenditore Flavio Briatore, l’ex ministro Giovanna Melandri, Roberto Vecchioni, i giornalisti Emilio Fede, Pietro Calabrese e Antonio Caprarica e, ancora, Carolina di Monaco e Mick Jagger. Gli scali aeroportuali sono due e i voli dall’Italia sono stagionali (16 alla settimana tutti su Mombasa, secondo scalo dopo quello di Nairobi) e si interrompono da aprile a luglio in corrispondenza della stagione delle piogge. «In questo periodo, tuttavia, è possibile – precisa Federica Volla, account manager dell’Ente turismo del Kenya in Italia – viaggiare con la Kenya Airwayas da Parigi, Londra e Amsterdam su Nairobi e poi raggiungere le proprie destinazioni con voli regionali».
Considerato il basso costo della vita (con poco più di 500 euro al mese è possibile condurre una vita piuttosto agiata rispetto agli standard europei), sono molti gli italiani (per lo più neo-pensionati) che acquistano una casa sulla costa da abitare per durante i mesi rigidi dell’inverno europeo. In Kenya, infatti, la temperatura oscilla mediamente intorno ai 25-30 gradi che salgono a 30-35 gradi nei mesi più caldi (da dicembre a febbraio).
Il costo di una casa in vendita oscilla dai 1.200 euro al metro quadro ai 900 euro se si scelgono abitazioni un po’ più interne (2-3 km dalla costa), a cui però vanno aggiunti i costi di manutenzione: si parla di cifre che vanno da mille a 5mila euro l’anno nel caso in cui le ville abbiano un tetto in "makuti". Diversamente, per gli appartamenti in locazione affittare una casa costa tra i 200 e i 500 euro al mese, ma la spesa comprende anche la manutenzione delle abitazioni, il servizio di sorveglianza e quello di portierato. Sono molti i progetti residenziali in fase di realizzazione nella zona di Malindi, ma bisogna fare attenzione nella scelta delle agenzie. «La difficoltà principale per chi si avventura nel mondo immobiliare del Kenya – spiega l’architetto Roberto Marini, fondatore di Sabaki investments Ltd, una delle principali società di costruzioni e di consulenza presenti nel Paese da oltre trent’anni – è quella di sapersi orientare tra le tante agenzie (su internet se ne trovano a migliaia) che si propongono come intermediari. Molti sono gli agenti immobiliari locali improvvisati con una scarsa conoscenza della normativa. Rivolgendosi ad agenzie non accreditate si corre il rischio, ad esempio, di scoprire, in fase di rogito, che la casa che si vuole acquistare è stata venduta a più di un acquirente oppure che sull’immobile gravano dei oneri non dichiarati». Per chi acquista casa sono previste alcune agevolazioni. Innanzitutto è previsto l’esonero dal pagamento dei dazi doganali durante il trasloco degli effetti personali (mobili o anche l’automobile) se chi trasloca è anche residente e per chi intende far rientrare in Italia il capitale prodotto in Kenya (ad esempio, vendendo la propria casa), in caso di rientro. Una prassi consolidata dalle agenzie, inoltre, prevede la restituzione del 6% annuo del capitale investito qualora venga concessa l’autorizzazione al riaffitto dell’immobile nei mesi in cui non è abitato.