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 2009  febbraio 07 Sabato calendario

LA MALEDIZIONE DELLE SORELLE

Quella volta Valeria pensava davvero di avercela fatta: con «Actrices», il suo secondo film da regista, modellato sulla propria biografia, una commedia formidabile, strana e profonda irresistibilmente tragicomica. Stavolta era Carla a trovarsi nel cono d’ombra. E invece: ancora il battibecco con il destino avverso. Perché arrivò l’incoercibile annuncio: Carla sposava Nicolas Sarkozy, la storia d’amore del secolo.
E poi il copione inevitabile: le edicole tappezzate del volto della sorella, i giornali imbottiti di Nicolas e Carla, e il suo film da cercare nei trafiletti delle recensioni. E le conferenze stampa, prima domanda, non sul film, ma con la sadica filastrocca: «ma come è sua sorella vista da vicino...?». Indispettita, allora, annullò tutta la promozione. E sì, è bello essere sorelle, ma non è semplice, ci sono affetti faticosi quando si è celebri, soprattutto uno più dell’altro. Valeria e Carla si fanno intervistare insieme, mostrano volenterosamente grande complicità. Eppure fa nido sempre quel tacito pudore della reticenza, quella tacita schermaglia. «Io conservo le mie idee, io non sono la gemella di mia sorella, io sono libera», sono parole di Valeria.
In questi giorni recita al Teatro della Madeleine la commedia di Natalia Ginzburg «Ti ho sposato per allegria». Ogni sera è il tutto esaurito di un pubblico che viene a guardarla golosamente; sabato c’era anche il presidente-genero. Bisogna dire la verità: il testo a distanza di anni mostra tutte le sue rughe, non si sente davvero l’urgenza di rimettere in scena questa storia di una coppia stralunata e scombinata. Valeria, nel ruolo di Giuliana, si batte, si scarmiglia, mostra la sua provata stoffa di attrice formata da Patrick Chéreau. La gente ride, educatamente, applaude alla fine, come si diceva un tempo per simpatia.
Già, in fondo non sono venuti per il testo, sono venuti per vedere lei, la sorella di Carla. E nel foyer si discute, fervidamente, su: «certo è simpatica e brava, anche carina...» e via spettegolando. Ecco la dannazione: «Valeria, la sorella di..».
E’ la loro una spoglia vicenda speculare, tante volte percorsa nell’arte, nello spettacolo, nella vita: Emma e Irma Gramatica, Eduardo e Peppino, De Chirico e Savinio. Valeria somiglia a Carla ma è come se la natura avesse distribuito in un diverso e meno scintillante ordine, senza il sigillo del miracolo, un identico materiale. Così è stata, all’origine, solo la sorella più anziana della top model. Carla: con la sua tumultuosa, libertina, nomade esistenza a rotta di collo, intorno a lei sfavillava sempre un pulviscolo di buone stelle, spirava sempre un tiepido alito di buon vento.
E lei invece lavorava duramente, oscuramente aux Amandiers a Nanterre a imparare il difficile mestiere della scena, con dedizione impiegatizia visto che il fisico e il volto non bastavano. Sì, il successo c’era anche per lei, è vero; «E’ più facile per un cammello...» il suo primo film del 2003, è applaudito, ma dai cinefili, nelle sale (piccole) del cinema «di qualità», la più amara delle compensazioni. L’una bella; e l’altra brava; e non c’è nell’apparente eguaglianza dei termini più crudele abisso. Poi quando la sorella non sfilava più, forse... La nuova carriera della Bellissima, ora cantautrice, infatti è mediocre, vivacchia del riflesso pavloviano delle copertine di un tempo.
E intanto Valeria è cresciuta, orzeggia con le recensioni affettuose e convinte, perfino con un avvio di popolarità, tributo di una Francia che ti adotta quando hai successo e contribuisci disciplinatamente a qualsiasi grandeur. Ma con il matrimonio è tornata a essere: «la sorella di..». Anche fuori dalle luci della ribalta. E’ stata Valeria, che è gauchiste vera, non modello chic come la sorella, a battersi per Marina Petrella, ex terrorista in attesa di estradizione in Italia. Ma sui giornali tutti hanno scritto che Sarkozy ha obbedito a Carla!