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 2009  febbraio 10 Martedì calendario

« STATO SBAGLIATO INSISTERE CONTRO LA VOLONTA’ DI ELUANA»

La legge umana è l’arte del possibile e non una sintesi di principi etici, categorici. Un esempio ne dà la distinzione, di cui si faun gran parlare, tra il dare cure sanitarie ed il nutrire una persona. Sul piano etico, è scontato che si debba dare da bere agli assetati e da mangiare agli affamati. E’ ovvio quindi preoccuparsi di soddisfare il diritto dell’individuo di nutrirsi. Problema differente nasce, tuttavia, quando si pretenda di nutrire, in qualunquemodo, chi non voglia essere nutritoo chinon lo chieda edanzi abbiamanifestato il convincimento di non volerlo per lo stato disperato in cui si trova, quanto alla sua condizione di salute. questa la questione affrontata dalla Cassazione per Eluana Englaro e non è, si badi, questione di distinzione tra trattamenti sanitari o non sanitari, ovvero tra trattamenti più o meno artificiali: perché l’impedimento che abbiamo ad imporre il nutrimento ad un altro che non ce lo chiede o non lo vuole, nel nostro diritto di poveri uomini, non viene tanto dalla supposta disponibilità del diritto alla salute dell’art. 32 della Costituzione, ma viene dal principio, esso stesso eticamente fondato credo per tutti, dell’habeas corpus, ossia dal principio, scritto nell’art. 13 della Costituzione, per cui non si deve comunque invadere il corpo di un’altra persona senza il suo consenso. C’è chi vorrebbe avessimo tutti, nelle forme volta a volta appropriate, il dovere o l’obbligo incondizionato di imporre ad un’altra persona di nutrirsi. L’insegnamento della Chiesa è peròpiù moderato,ammettendo che anche la nutrizione possa costituire trattamento "sproporzionato". Il che è esattissimo perché l’appellarsi ad imperativi assoluti, rimessi per l’attuazione all’imperfezione umana, è azzardato e può diventare disastroso. Una Corte americana, tempo fa, stabilì, perunpaziente instato vegetativo, la sospensione delle cure mediche e la prosecuzione della nutrizione artificiale. Il risultato fu che, grazie a nutrizione artificiale, il paziente sopravvisse ancora per anni, senza variazioni dello stato vegetativo in cui era sin dall’inizio, morendo poi di una banale polmonite, che non fu curata, stante la interruzione dei presidi sanitari. facile rendersi conto, come si è resa conto la successiva giurisprudenza americana, che un tale esito è illogico ed umanamente assurdo. E’ assurdo continuare a nutrire un’ altra persona per anni, prescindendo dal suo consenso e dall’utilità che essa può avere dal protrarre una vita solo biologica, per poi lasciarla morire di un male facilmente curabile. Ed è illogico perché in questo caso, dopo aver prolungato la vita altrui artificialmente, imponendo la nutrizione, ci si arroga di far riprendere il processo del morire, negando la cura sanitaria. Un esito tanto illogico e assurdo può essere evitato solo accettando di essere quel che siamo, non esseri onnipotenti ma uomini limitati i quali,quando interrompono i trattamenti sanitari, riconoscendo la propria impotenza nella cura dell’altro, debbono interrompere anche l’imposizione della nutrizione, lasciando che il processo di fine della vita dell’altra persona segua integralmente il suo naturale corso. Non si tratta di principi etici, ma del limite che va assegnato all’uomo che, in nome della sua coscienzaumana, pretenda di ergersi ad arbitro assoluto del destino di un’altra persona. E’ questo l’interrogativo che si è posto per Eluana Englaro; quando, di recente, Eluana ha avuto una emorragia, che la poneva in pericolo di vita, i medici curanti, pur rifiutando di interrompere la nutrizione artificiale, hanno ritenuto di non dover intervenire con le trasfusioni; quasi che imposto il nutrimento, per prolungare una vita altrimenti in via di spegnimento, l’etica e la coscienza fossero salve, e si potesse poi lasciare, senza darsi troppo pensiero, che la morte sopraggiungesse grazie all’astensione dai trattamenti sanitari. Non è così: rispetto al classificare eticamente ed in astratto i trattamenti, assai più ragionevole è accettare che nessuno abbia un potere su di un altro tale da obbligarlo a sopravvivere a qualunque costo, tanto con cure sanitarie che conuna nutrizione imposta. Vittorio Angiolini, professore ordinario di Diritto Costituzionale nell’Università di Milano, ha tutelato Beppino Englaro nel ruolo di ”Tutore”di Eluana