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 2009  febbraio 10 Martedì calendario

LA DURA VITA DEI MASCHI RAI

Sono in poche a ricoprire ruoli di prestigio, vengono praticamente escluse da molti tipi di carriera, faticano a farsi strada in parecchie professioni. Ma, almeno in Rai, le donne si prendono una rivincita sugli uomini. Sempre più giovani, con il minimo indispensabile di esperienza per evitare il rischio di scena muta davanti alla telecamera, le conduttrici della nuova generazione, le cosiddette ”Del Noce’s Angels”, riescono oggi a conquistare con una facilità finora impensabile la prima serata, una fascia che un tempo rappresentava la promozione dopo una lunga e faticosa gavetta.
Quelli che resistono

Alla faccia dei colleghi maschi che continuano a chiedersi perché loro, invece, quel riconoscimento non riescono ad ottenerlo. Non tutti gli uomini, intendiamoci: Carlo Conti è uno dei volti di punta della rete ammiraglia, Pippo Baudo non è (quasi) mai stato in discussione, Massimo Giletti si tiene stretta ”L’arena”, Fabrizio Frizzi è tornato a far parte della scuderia di Raiuno, Michele Cucuzza e Lamberto Sposini sono felicemente al timone rispettivamente di ”Unomattina” e ”La vita in diretta”.

Ma per gli under 40 la vita è davvero dura, in Rai. A parte Francesco Facchinetti, che i maligni considerano più un ”moderatore” tra i giudici che l’effettivo conduttore di ”X-Factor”, non ci sono altri giovani presentatori alla guida dei programmi di prime time. Ci è andato vicino Massimiliano Ossini, che nell’estate 2007 avrebbe dovuto affiancare Caterina Balivo alla conduzione di ”Stasera mi butto”, ma alla fine gli venne preferito Biagio Izzo perché - sono parole di Del Noce - «due esordienti ci sembrava troppo: un fallimento è un problema sia per la rete che per chi ci mette la faccia, non è che i giovani si possono mandare al massacro. Ossini è l’unico conduttore con meno di trent’anni a Raiuno, ha davanti a sé una lunga vita professionale».
Aspetta (e spera)

Non c’è urgenza di affrettare i tempi, sembrava voler dire il direttore della prima rete Rai. E infatti, un anno e mezzo più tardi, Massimiliano non è ancora stato ”promosso”, nonostante il suo ”Linea verde” faccia registrare la domenica mattina ascolti degni di una prima serata, con una media di circa quattro milioni e mezzo di spettatori. «Un po’ mi dispiace di non essere mai citato tra i conduttori emergenti ma ne ho parlato con Del Noce e so che ha fiducia in me», ha commentato di recente il diretto interessato, «mi ha affidato ”Linea Verde” proprio perché potessi crescere ancora, sostiene che l’uomo ha bisogno di più tempo per maturare rispetto alla donna».

Scopriamo così che anche in tv, a detta di Del Noce, l’uomo è più immaturo e ”tardone” del gentil sesso e che ha bisogno di cuocere a fuoco molto, molto lento, prima di raggiungere il giusto punto di cottura. Altrimenti rischia di sgonfiarsi, come un ciambellone tirato fuori dal forno troppo presto.
False partenze

A forza di cuocere, non rischieranno però di bruciarsi, certi conduttori? Uno come Alessandro Greco, che negli anni Novanta, giovanissimo, raggiunse una popolarità pazzesca con ”Furore”, non è ancora cotto a puntino? Eppure la Rai ultimamente si è ricordata di lui solo per affidargli un programma per bambini, ”Gran concerto”, in onda la domenica mattina presto su Raitre, così come Daniele Bossari, che proprio da lui ereditò ”Furore” nel 2003, è stato richiamato dalla tv di Stato solo lo scorso anno per condurre ”Scalo 76”, contenitore musicale del sabato pomeriggio di Raidue, insieme alle giovani colleghe Maddalena Corvaglia e Paola Maugeri.

Di gavetta ne ha fatta tanta anche Andrea Pezzi ma a parte ”Serenate”, trasmesso nel prime time della seconda rete nel lontano 1998, la Rai gli ha offerto solo spazi in tarda serata (’Internet cafè”, ”Il tornasole”) e sembra poi essersi dimenticata di lui. Ascanio Pacelli, invece, si è dovuto accontentare di fare l’inviato (o valletto?) di Antonella Clerici a ”Il treno dei desideri” perché in Rai nessuno gli avrebbe mai offerto, come è invece accaduto in Mediaset, un programma tutto suo.

Possibile però che nessuno di loro sia all’altezza delle quattro stelline alle quali Del Noce sta affidando tutte le trasmissioni della rete ammiraglia? Che ci sia forse un po’ di discriminazione?