Camilla Montella - Flavia Gamberale, Libero, 10/02/2009, 10 febbraio 2009
PROF ITALIANI A SORPRESA: «AUMENTI AI MIGLIORI E BASTA COI SINDACATI»
I sindacati sono inutili. O quasi. Al massimo sono buoni per chiedere il rinnovo del contratto nazionale, ma in tema di precariato, nuove assunzioni e lotta per i riconoscimenti professionali non servono a niente. A dirlo non sono gli imprenditori o i politici, ma i docenti. Solo il 5% della categoria è pienamente soddisfatto. Il 55,4% ritiene che il sindacato non abbia «conseguito alcun risultato utile negli ultimi anni». Il 49%, invece, pensa che il sindacato non sia in grado di «valorizzare la professione» e promuovere iniziative in merito.
I dati vengono da un sondaggio dell’Anp (Associazione nazionale presidi), che ha interrogato 5.101 docenti in 850 scuole di ogni ordine e grado su tutto il territorio nazionale. Le ”sorprese” non finiscono con i giudizi ”spietati” sui sindacati, ma toccano anche la valutazione dei professori (ipotizzata nei mesi scorsi e subito ritenuta da alcuni un attentato a una non meglio specificata libertà di insegnamento): il 66 per cento dei docenti è favorevole all’introduzione di un sistema di carriera basato sul merito.
Ma andiamo per ordine: il sondaggio dedica un capitolo intero alla questione dei sindacati. Gli insegnanti più insoddisfatti vengono dai licei (56,6%), dagli istituti tecnici (53,3%) e dai professionali (50,7%). Minore la percentuale dei docenti delle elementari (45,4%) e delle medie (44%). Gli insegnanti sono concordi nel riconoscere che il principale merito dei sindacati sia la capacità di portare a termine il rinnovo dei contratti collettivi. Poi il buio. Solo il 13,2 per cento ritiene che il sindacato possa combattere il precariato e appena l’11,6 per cento lo considera in grado di migliorare le condizioni economiche. Se chiedete agli insegnanti delle medie quali sono i punti di forza dei sindacati, scoprirete che il 21,5 per cento preferisce non rispondere e lascia il questionario in bianco.
Il 55,4 per cento dei docenti giudica dispersiva l’azione dei sindacati e solo il 12,7 per cento del campione attribuisce successi alle loro iniziative. «I docenti richiedono un nuovo modello di rappresentanza», spiega Licia Cianfriglia, membro dello staff nazionale dell’Anp e responsabile del sondaggio. «Vorrebbero referenti più legati alla categoria professionale, mentre adesso i sindacati raggruppano sia professori che personale Ata che impiegati».
«I docenti, d’altro canto, sono pronti a mettersi in gioco e sono disposti a scommettere su loro stessi», continua Cianfriglia. Negli ultimi mesi si è spesso parlato della possibilità di effettuare una valutazione degli insegnanti in base ai risultati. «Bene, i professori sono pronti». La quota di docenti assolutamente favorevoli alla proposta è del 44,2 per cento. La quota di indecisi (23,2%) «è probabilmente legata alle perplessità riguardanti le modalità per la misurazione dei risultati». Non convince una ”pagella” basata solo sul rendimento degli studenti: meglio commissioni ad hoc che valutino i professori e corrispondano uno stipendio adeguato al grado di preparazione.
Il 66 per cento dei professori appoggia l’idea di un nuovo modello di carriera, che tenga conto dei meriti personali (preparazione, aggiornamenti, incarichi) e non solo dell’anzianità. Chi non è all’altezza non si aspetti scatti di stipendio.