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 2009  febbraio 09 Lunedì calendario

IL PRETE ANTISATANA GUIDA LA CROCIATA PER SALVARE ELUANA


Mille fedeli dalla Carnia, terra natale della famiglia Englaro, e da tutto il Friuli hanno partecipato, nel pomeriggio, a una veglia di preghiera e una santa messa celebrata dall’arcivescovo di Udine, mons. Pietro Brollo nel santuario «Madonna delle Grazie» di Udine, a poche centinaia di metri dalla casa di riposo «La Quiete». «Preghiamo per ottenere, da chi ne ha il potere, la sospensione di questa tragica esecuzione e la conversione dei cuori». Lo ha detto l’arcivescovo di Udine, monsignor Pietro Brollo, nell’omelia di una messa celebrata al santuario della Beata Vergine delle Grazie per Eluana Englaro.Il predicatore della crociata-Eluana non è un sacerdote qualsiasi che innalza in piazza il vessillo della sacralità della vita, ma uno «Sherlock Holmes» in talare che attraversa da un decennio le più clamorose vicende di cronaca nera. Dalle Bestie di Satana agli omicidi più efferati è spesso lui il «consulente ecclesiastico» di magistrati e poliziotti. Sotto le finestre della clinica di Udine, Don Aldo Buonaiuto, 38 anni, livornese di nascita «ma sempre vissuto nelle Marche», guida la rivolta cattolica contro la «prima esecuzione capitale della storia repubblicana». Ed è lo stesso prete antisette che per la polizia sta decifrando la Bibbia usata dal boss Provenzano per mandare messaggi a Cosa Nostra. Sciopero della fame, preghiere no stop e presidio quotidiano: la battaglia mediatica del San Bernardo «pro life» è diventata scontro frontale con l’attacco al Quirinale per la mancata firma del decreto e la richiesta di revocare la tutela a Peppino Englaro. Il suo «curriculum», tutto interno ai pontifici atenei di Roma, è da carriera ecclesiastica d’eccellenza: lauree in filosofia e teologia al «Sant’Anselmo» e in antropologia teologica al «Teresianum». Poi il ritorno a Fabriano e la nomina a direttore dell’ufficio diocesano per l’immigrazione. Con la costante, però, dell’impegno nella comunità «Giovanni XXIII» di don Oreste Benzi per il servizio anti-tratta contro la prostituzione.
Consulente tecnico della magistratura e ausiliare di polizia giudiziaria, don Aldo è anche il responsabile del Servizio nazionale anti-sette occulte, che, sotto l’egida del Viminale, unisce poliziotti, sacerdoti e psicologi contro il satanismo. Ovunque ci sia un caso giudiziario con richiami allo spiritismo o all’occultismo, il parere di don Aldo diventa indispensabile. «In molti modi si può servire nella vigna del Signore», spiega il sacerdote, tra i massimi esperti nella Chiesa di tecniche di condizionamento psicologico, autore di saggi scientifici su magia, stregoneria, spiritismo, cannibalismo, vampirismo e testimonial della Cei negli spot sull’8 per mille. Una presenza in prima linea che lo ha portato a prendere il testimone di don Benzi nelle fiaccolate davanti al Parlamento contro ogni proposta di legalizzazione delle prostituzione e che lo ha visto persino indagato (casi sempre archiviati) per le accuse di violenza che, come rappresaglia, gli sono piovute addosso dai clan della malavita dell’Est.
Da profondo conoscitore della malavita e delle Sacre scritture, ha ricevuto dal Servizio centrale operativo della polizia il delicatissimo compito di decifrare i versetti dell’Antico Testamento usati da Provenzano per inviare messaggi agli affiliati. Per indagare sul mistero religioso del capo dei Corleonesi, don Aldo è stato mesi in raccoglimento in un monastero della provincia di Ancona, unico interprete della Bibbia trasformata dal boss in un «codice» per i mafiosi. Una discesa agli inferi tra segni, nomi e appunti nelle pagine del testo sacro trovato nel casolare in cui si nascondeva Provenzano a Montagna dei Cavalli. Su quei fogli ingialliti, decifrati da don Aldo, il capomafia pluriergastolano ha studiato, ragionato, preso appunti, copiato interi brani. Insomma per il sacerdote di fiducia degli investigatori, «Provenzano ha adottato il linguaggio biblico-simbolico formando un suo codice personalizzato». Un lavoro certosino, complicatissimo da «Silenzio degli innocenti» per interpretare i messaggi e le comunicazioni del Padrino attraverso i riferimenti a specifici brani del testo sacro. Insomma, la Bibbia come «strumento per suggerimenti, guida e assistenza», come nei «pizzini» ricavati dal libro di Tobia, dalle profezie di Isaia o dai versetti del Deuteronomio.
Alla sua fortuna in polizia ha contribuito il sodalizio di ferro con Francesco Gratteri, ex dirigente del Servizio centrale operativo e a capo dell’Anticrimine, finito sotto processo a Genova per la violenta irruzione alla scuola Diaz durante il G8 del 2001. «La mia più importante e indimenticabile esperienza di vita sono i dieci anni trascorsi vicino ad un uomo veramente ed autenticamente santo: don Oreste Benzi - racconta don Aldo -. Se fosse ancora vivo chiederebbe di entrare in stanza da Eluana e sarebbe qui con noi a combattere la giusta battaglia per impedire che una vita innocente venga spenta da una sentenza iniqua». Per questo l’erede di don Benzi alla Comunità Giovanni XXIII è in prima fila in qualunque manifestazione venga organizzata per fermare, dice lui, chi vuole «uccidere la Englaro». E, davanti a telecamere e taccuini, recita il rosario e bolla come «vergognoso» che «la Repubblica italiana venga assimilata agli stati fondamentalisti dove si decidono lapidazioni e condanne a morte di persone innocenti». Eluana, grida, «viene condannata a morte, colpevole, a causa di un incidente, di essersi ammalata e colpevole di continuare a vivere attorniata dalle cure dei medici e delle suore con cui si relazionava».