Chiara Bussi, Anna Zavaritt, Il Sole 24 Ore, 9/02/2009, 9 febbraio 2009
SORVEGLIATI DA 1,5 MILIONI DI TELECAMERE
Un milione e cinquecentomila occhi per rendere più sicure strade, aziende, negozi e abitazioni private. Tanti sono i sistemi di videosorveglianza attivi oggi in Italia, per un giro d’affari che nel 2008 è cresciuto del 15% superando il mezzo miliardo di euro. Un’emergenza, quella di furti e rapine, che i commercianti vivono ogni giorno sulla loro pelle e che anche le istituzioni hanno deciso di fronteggiare con finanziamenti ad hoc. Non sempre i diretti interessati sono a conoscenza di questi incentivi, ma i dati raccolti dimostrano che la domanda è crescente.
La mappa delle iniziative comprende, a livello nazionale, un credito d’imposta fino all’80% del costo sostenuto per un importo massimo di 3mila euro (Finanziaria 2008) e – in base alla manovra 2001 – una detrazione di imposta del 36% se si installano fotocamere e cineprese collegate con centri di vigilanza privati. Ma la prevenzione del crimine vede impegnate anche le Regioni, con finanziamenti a fondo perduto o prestiti agevolati. Sono otto quelle che per il 2009 hanno stanziato incentivi per la sicurezza e nel pacchetto di aiuti menzionano anche l’attivazione di telecamere. Di queste due, Sicilia e Liguria, hanno un bando specifico per finanziare l’acquisto e l’installazione di attrezzature di videosorveglianza. La maggioranza ha scelto la strada delle sovvenzioni a fondo perduto con una copertura che va dal 20% dell’Umbria al 60% della Liguria. Nella prima, dove l’edizione 2008 ha registrato più di mille richieste e 180 interventi finanziati, quest’anno si replica, ma restringendo le sovvenzioni ai soli centri commerciali e naturali (consorzi).
Percorso inverso, invece, per la Liguria, che rispetto ai bandi precedenti del 2004 e 2005 ha ampliato la platea dei beneficiari: non solo bar, ristoranti e tabaccherie, ma anche farmacie, benzinai e ambulanti dei mercati coperti, entro il 2 maggio possono chiedere un contributo. In Valle d’Aosta il "pacchetto sicurezza" è sempre più richiesto: l’ammontare di contributi totale è passato dai 17mila euro del 2007 a 27mila nel 2008. Nelle Marche l’ammontare è rimasto stabile (250mila euro) ma il tetto massimo di spesa (6mila euro)è raddoppiato rispetto al 2004. Nel Lazio – dove sono piovute più di mille prenotazioni online per il terzo bando – nonostante l’esaurimento dei fondi disponibili i tempi sono stati prorogati per consentire al maggior numero di commercianti di avere la chance di accedere al contributo.
Piemonte e Toscana hanno invece optato per finanziamenti a tassi agevolati. Nella prima esiste un fondo rotativo che dal 2000 ha erogato più di 5.400 finanziamenti per un importo complessivo di oltre 190 milioni di euro. Il bando della Regione Toscana, scaduto il 31 gennaio, ha ottenuto 400 richieste e verrà riaperto dal primo maggio al 30 agosto. A giugno anche l’Emilia-Romagna avvierà una gara di finanziamento per attività le commerciali che installano questi impianti: si tratterà di un contributo del 50% della spesa fino a un massimo di 26mila euro. In via di definizione anche il piano della Regione Lombardia.
Regioni a parte, anche alcuni Comuni finanziano la sicurezza, con risposte diverse da parte dei commercianti. A Brescia c’è tempo fino al 27 febbraio per avere contributi a fondo perduto fino al 50% del costo degli impianti di videosorveglianza, con un tetto di 6mila euro. Possono presentare la domanda non solo commercianti e artigiani, ma anche amministrazioni condominiali e sedi di associazioni. «Abbiamo già ricevuto circa 80 richieste e stiamo pensando ad un altro bando per estendere i contributi anche per per saracinesche, inferriate, allarmi e sistemi antisaccheggio», spiega il vicesindaco e assessore alla sicurezza Fabio Rolfi. Accoglienza più tiepida per l’iniziativa del Comune di Arezzo: il bando scaduto a metà dicembre è stato prorogato fino all’11 febbraio perché sono state presentate solo 4 domande. Quest’anno anche Milano dovrebbe decidere nuovi incentivi, dopo quelli del 2007 per impianti di sicurezza nei negozi e del 2008 per sistemi antirapina sui taxi.
L’espansione della videosorveglianza non è sfuggita al Garante per la privacy. Ciò che preoccupa maggiormente è l’interconnessione delle telecamere private alla rete pubblica. Questo pone nuovi problemi per la tutela della privacy, con particolare riguardo agli obblighi di informare i cittadini della presenza di telecamere. L’Autorità sta monitorando il fenomeno, anche in vista di una possibile integrazione ed aggiornamento delle linee guida del 2004 sul tema.