Danilo Taino, Corriere della Sera, 9/02/2009, 9 febbraio 2009
UN RAGAZZO IN FUGA DALLA DDR L’UOMO DELLA CASA DEI MISTERI
La cripta di Tutankamon il prussiano non ha nemmeno vent’anni. Ma i suoi geroglifici raccontano un’altra civiltà, la Germania di un’altra era offuscata nella memoria. Si sa che c’erano un Muro e molto filo spinato, e di là una polizia politica.
Molti, però, ne hanno nostalgia. La scoperta straordinaria fatta poche settimane fa non dall’archeologo Howard Carter nella Valle dei Re ma dall’architetto Mark Aretz a Lipsia rimette le cose sulle loro gambe. Un piccolo appartamento della Ddr chiuso a chiave nel settembre 1989, due mesi prima che a Berlino cadesse il Muro, e rimasto intatto fino ad ora: un caso di archeologia sociale e umana.
Crottendorfer Strae 4, Lipsia, ex Germania Est. Una bottiglia vuota di Vita, la cola comunista. Pacchetti di sigarette Juwel e Karo, ché le Marlboro erano un miraggio. Un panetto di margarina Marella, nome troppo bello per un succedaneo. Vodka Kristall, originale sovietica. L’architetto Aretz è rimasto senza parole quando ha aperto la porta. «Era tutto un gran caos – dice – ma era come il ritrovamento di un tesoro storico, un portale verso un’era da tempo passata». Effetto Carter «davanti alla tomba di Tutankamon», appunto. Niente bagno in casa, solo un lavello di zinco nella camera da letto, una bottiglietta di deodorante Henkel, trofeo arrivato dalla Germania Ovest. Poi, un portacenere pieno di mozziconi di sigaretta, resti di cibo in una pentola sul fornello a gas, piatti sporchi: come se chi ci abitava se la fosse data a gambe all’improvviso.
Aretz ha ristrutturato, negli anni, più di 150 palazzi, 1.600 appartamenti. Di cose strane ne ha trovate e ne ha un «archivio» nello scantinato. Ma un’abitazione intatta, meglio di quelle ricostruite nei musei per i bambini, non l’aveva mai vista. Soprattutto, c’era un mistero. Tra le cianfrusaglie, un certificato di carcerazione – un anno – in una prigione di Lipsia. Per un ragazzo di 24 anni.
Nei giorni scorsi, la Spiegel Tv ha risolto il caso. In Crottendorfer Strae 4 abitava Heiko Braun, che nel 1989 aveva in effetti 24 anni. Non che fosse un oppositore al regime, un dissidente. « che aveva qualche problema d’apprendimento», ha raccontato la madre Renate a Spiegel Tv. «E non si svegliava volentieri la mattina alle sette», ha aggiunto il padre, Günther. Fatto sta che una sera, estate 1987, Heiko prende il treno. Fermato dalla polizia – senza documenti – dice di volersene andare, «andare a Ovest». arrestato: il cacciavite come prova del tentativo di fuga. Sentenza: un anno, che sconta dal febbraio 1988 al marzo 1989.
Quando esce, il regime della Germania Est avanza ormai a passi rapidi verso il suicidio, nel caos. La mattina dell’11 settembre 1989, la madre Renate riceve la telefonata di Heiko: «Ho ottenuto il visto permanente per attraversare il confine, devo farlo entro mezzanotte». Chiude a chiave la porta senza curarsi di cosa lascia indietro e il padre Günther lo accompagna al treno, con la paura di non vederlo più.
Il 9 novembre, però, il Muro viene travolto. Per Natale Heiko è di nuovo a Lipsia, libero di andare e venire. Ha trovato lavoro, carpentiere, in Bassa Sassonia e, come a tutta la Germania in quei giorni, la vita gli sembra una cosa meravigliosa. «Guadagnava bene», ha raccontato il padre. «Aveva persino una donna che gli teneva l’appartamento e gli lavava i vestiti », ha aggiunto la madre. Il 19 settembre 1990, però, un minibus con a bordo quattro giovani carpentieri lascia Amburgo dopo una giornata di lavoro e sulla strada 44 va contro un albero.
Heiko Braun è ferito e il 21 muore in ospedale. Viene sepolto a Lipsia: non un eroe ma certo una vittima. Nemmeno due settimane dopo, la Germania è ufficialmente riunificata.