Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  febbraio 07 Sabato calendario

POSTA, RISPOSTA

Stampa Articolo
07 Febbraio 2009

Il seno

e le sirene
Di chi è il seno? Del neonato che la mamma, per dovere, fa suggere? Del partner che, per amore, vuole toccare e godere? O, prioritariamente, della donna che, madre o non madre, ha il diritto, dopo i 18 anni, anche di modificare? Che si tratti, come da etimologia, del solco (sinus: insenatura) tra le due montagnole a lato, o che si tratti dell’insieme solco-montagnole, per me il seno, più che al neonato, all’amante o alla donna, appartiene alla natura, al cui servizio tutti si è. Vade retro, bisturi, e lasciamolo, il seno, così com’è!
GIANFRANCO MORTONI



Il fatto che lei si (ci) faccia questa domanda è già la perfetta risposta. Il corpo delle donne è sempre stato territorio di conquista, e in una buona parte delle nazioni del mondo lo è ancora. Non tanti anni fa una generazione di Amazzoni lo reclamò per sé, come simbolo e pratica della propria identità e libertà. Battezzarono questo territorio Repubblica del Privato, ma le barriere non hanno retto a lungo.
No, non intendo propinarle la solita storia degli uomini che hanno reagito alle conquiste delle donne e stanno ammassando le loro armi per ridurle di nuovo in schiavitù. Una piccola parte di verità c’è in questa teoria della controrivoluzione maschile, ma nella realtà ci sono tante donne quanti uomini ad aver contribuito a smantellare i muri di quella Repubblica. Malandrina fu la scienza, ma anche la cultura generale del mondo. Si cominciò con lo sviluppo delle tecniche a favore, e contro, le gravidanze: e quando il limite del possibile e impossibile si fa così sottile, come non farsi molte ma molte più domande di prima su una scelta che un tempo appariva facile? Per queste vie il ventre ridivenne un pubblico dominio. Ripeto, le prime ad aver fatto un drastico cambio di pareri sono state le donne, come dimostrano i dati del fallito referendum di pochi anni fa. Un grande cambiamento intorno al quale la nostra società appare ancora molto divisa.
In compenso, la scienza aveva in serbo ben altre seduzioni, molto più «mondane» e in quelle siamo invece caduti tutti: un ritocco al labbro, uno alle gambe, uno alla pancia, il sogno di reinventarsi e svegliarsi un giorno nella pelle di una persona perfetta rispetto alla mediocrità quotidiana. Questa sirena ha sedotto davvero uomini e donne generando un effetto chiusura del cerchio. In nome della proprietà privata del nostro corpo, l’abbiamo consegnato a chirurghi e faccendieri che, come gli spacciatori di droga, hanno fatto intravedere il paradiso. Senza avvertire del risveglio: bocche non più chiudibili, pelli annerite o butterate, occhi deformati, seni che assumono una forma triangolare. Di chi è dunque il seno, oggi? Della legge che vuole regolarne l’impianto, delle donne che vogliono sognare, o degli uomini che vogliono farsi sedurre? Di tutti e di nessuno, dobbiamo purtroppo dire a questo punto.

Stampa Articolo