Federico Pistone, Il corriere della sera 6/2/2009, 6 febbraio 2009
«QUEL PASSARE ALL’INDIETRO E’ UNA METAFORA DELL’UMILTA’»
Vibrazioni, forti vibrazioni. Sarà un torneo memorabile per l’Italia». Tiziano Ferro fa il medium, lui che azzecca tutto in musica (il suo ultimo album «Alla mia età» ha già vinto 4 dischi di platino con trecentomila copie vendute in due mesi) e ora si getta nella mischia del Sei Nazioni, come testimonial e innamorato perso del rugby.
«Non è una passione improvvisa, ho radici venete e quando posso corro a vedere i miei amici del Rovigo. Sarò sicuramente al Flaminio per l’esordio azzurro con l’Irlanda ».
Come finisce?
«Vinciamo noi. E possiamo battere anche la Scozia. L’Italia sorprenderà tutti».
Niente cucchiaio di legno?
«Non scherziamo. Siamo più forti dell’ultima edizione quando superammo la Scozia. Ecco, dobbiamo ripartire da quel match e dare continuità».
Al momento però le nostre quotazioni sono un po’ in ribasso...
«Non direi. Vivo in Inghilterra da tre anni e quando vedo le partite al pub, mescolato ai tifosi inglesi, avverto sempre un grande rispetto per gli azzurri. Certo a noi manca la loro storia, ma quella va costruita. E siamo sulla buona strada».
Trionferanno ancora gli «All Reds» del Galles o sarà un «rosso relativo»?
«Loro restano i favoriti ma punterei anche sull’Inghilterra. Attenti alla Francia: ha rinnovato completamente la squadra, potrebbe essere la sorpresa ».
Com’è che un grande cantante e un ex quasi grande giocatore di volley diventa un apostolo del rugby?
«Non è solo uno sport, ma una filosofia di vita. Vinci o perdi, alla fine abbracci l’avversario perché la sfida è stata dura e leale. E poi c’è quella regola meravigliosa del passaggio indietro...».
Una parabola di umiltà.
«Mi ha fatto sempre riflettere: per vincere non serve spingere avanti a tutti i costi, ma ogni tanto devi fermarti, tornare indietro, cercare collaborazione per poi ripartire».
Cosa hanno in comune musica e rugby?
«Tutto. Riempiono gli stadi e uniscono la gente in un’unica, autentica emozione».