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 2009  febbraio 05 Giovedì calendario

CINA LEADER MONDIALE NEL MERCATO DELL’AUTO


Gli Stati Uniti rischiano di perdere quest’anno il primato del mercato automobilistico mondiale ai danni della Cina, se le cifre dei prossimi mesi dovessero confermare il dato di gennaio, che per la prima volta ha fatto registrare uno scambio tra i due paesi al vertice delle classifiche delle vendite. L’aggravarsi della crisi economica americana ha paralizzato la tasca degli automobilisti, che nel corso del primo mese dell’anno hanno comperato 657.000 vetture, ad un passo annuale di 7,9 milioni che non si vedeva dal 1983.

In Cina invece l’analista Zhang Xin della Guotai Junan Securities, di Pechino prevedeva ieri che le vendite nello stesso periodo hanno superato le 790.000 unità: la tendenza è quella di un calo contenuto (-8%) rispetto alla condizione dei maggiori mercati occidentali, e le stime degli analisti si spingono oltre la soglia dei 10,5 milioni per il totale del 2009.

La notizia è accolta con un certo sollievo dalla General Motors, che in Cina grazie all’alleanza strategica con la Saic è una delle protagoniste del mercato con poco più di un milione di vetture vendute nel 2008. Tale successo non riesce però a bilanciare lo scivolone del mercato americano, dove la stessa Gm ha perso a fine gennaio il 48,9% delle vendite rispetto all’anno passato. Per lei come per la Chrysler, che nello stesso periodo ha accusato un arretramento del 54,8%, l’operatività immediata è assicurata solo dai prestiti governativi, la cui seconda tranche (3 miliardi per la Chrysler, 7 per la General Motors) è vincolata ad un processo di revisione che dovrebbe iniziare tra appena due settimane, e che si annuncia particolarmente tortuoso, data l’ostilità del Congresso.

In risposta ai titoli dei giornali di ieri, che commentavano l’arrivo di Marchionne a Detroit come l’unico salvagente a disposizione della Chrysler, il vice presidente Jim Press ha ribadito che la sua società sta disegnando piani strategici di uscita dalla crisi anche a prescindere dall’accordo con la Fiat, e che quest’ultimo va visto nel quadro di alleanze strategiche internazionali come quelle che già la legano alla Volkswagen e alla Nissan sul piano del prodotto, e alla Bmw e a General Motors per la tecnologia.

Ma è chiaro che più che a Torino le attenzioni della società al momento sono rivolte a Washington, dove in questi giorni si sta svolgendo un salone dell’auto tutto ispirato al futuro verde dell’auto, che Obama ritiene un passaggio obbligato perché il governo possa concedere altri dollari alle case di Detroit. Il neopresidente lo ha detto a chiare lettere e a più riprese, in modo che non ci possano essere dubbi.

Prima della fine del mese Obama annuncerà i nomi dei responsabili dell’ufficio di controllo governativo che affiancherà i manager di Gm e Chrysler nella scelta delle strategie future. Accanto al nome di Steven Rattner, presidente della private equity Quadrangle e supposto ”zar”, si fa ora anche un altro nome, quello di Stephen Girsky, un analista economico di lungo corso (e grande esperienza) che negli ultimi tempi ha fatto la spola tra gli incarichi diretti nell’industria e le consulenze. Intanto martedì sera il senato americano ha approvato un incentivo del valore medio di 1.500 dollari di sconto fiscale per chi decida di comprare un’auto entro il 2009.