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 2009  febbraio 05 Giovedì calendario

SCEMO PIU’ SCEMO: COSI’ SI DIVERTONO GLI ATEI


Già dal titolo si capisce che il regista vuole farci incazzare. E di brutto. Con una trappola irresistibile ma pericolosa, l’amerikano cerca indignazione e la vuole in dosi massicce. Per questo punta il suo fuciletto contro tre religioni mondiali. Spera che l’eco trasformi il suo loffio pum pum in un micidiale fungo nucleare. Ci riuscirà certamente e noi gli stiamo dando pure una mano. Ma è impossibile fare gli gnorri e rimanere impassibili come un Lama (il Dalai, non le pecorone andine) davanti a quasi due ore e mezzo di puro distillato di idioti e idiozie mondiali. Signori, occhio: arriva nelle nostre sale il film, ”Religulous, (...)

(...) delle parole ”religion” e ”ridiculous”. confezionato per fare uscire dai gangheri, allo stesso modo e in parti uguali, cattolici, ebrei e islamici. Una sfida alle tre religioni monoteiste, prese a calci per sondare l’effetto che fa. A cominciare dalla locandina, ideata per scandalizzare: le celebri tre scimmiette che stavolta portano la mitria del Papa, la kippà del rabbino e lo zucchetto dell’imam. Ce n’è abbastanza, ma è questo che vogliono gli autori, per scatenare la Prima Crociata Unita Catto-Islamo-Ebraica per bruciare gli studios cinematografici.

Mancano altri esponenti, come i protestanti, oppure gli induisti e ancora, i buddisti. Ma si sa, a Hollywood certe non religioni e credenze come quelle di Budda o di Krisna, hanno supporter potenti e milionari. Meglio non scherzarci. Lo sa bene il regista della intemerata presa per il culo, Larry Charles, quello di Sacha Baron Cohen, agghindato alla Borat, (il giornalista peloso che va in giro con il bikini di Pamela Anderson) inviato negli Usa a cippirimerlare un’intera nazione.
La malattia mentale

Qui la tesi invece è facile facile: dimostrare che la religione, qualsiasi religione è «una malattia mentale», «un disordine ossessivo-compulsivo» e che Gesù, Mosè e Maometto erano «degli squilibrati mentali che ai giorni nostri sarebbero finiti in manicomio». La vecchia tiritera che non ha nemmeno più l’originalità delle frizzanti immagini che Marx usava per descrivere l’oppio delle religioni.

Beh, tutto qui? Già, questo il piatto da mensa dei poveri che il film ci servirà, abilmente mascherato però con le bollicine dello champagne anticlericale e del caviale ateo e laicista già apparecchiati in tavola. La propaganda s’è già mossa: il botto, assicurano, sarà forte.

«Non esiste niente di più ridicolo delle antiche storie mitologiche che ancora oggi sopravvivono sotto le sembianze delle religioni e lo scopo di questo film è proprio quello di cercare di essere estremamente divertente». Ce lo anticipa quel frescone di Bill Maher, un conduttore di show satirici e protagonista del film: evidentemente ritenere gorilla o macachi 6 miliardi e oltre di suoi simili dev’essere per questo Bill uno spasso della madosca. «Non ho bisogno di prendere in giro la religione, lo fa già benissimo da sola”, aveva detto qualche tempio fa: evidentemente i dollari dell’amico Larry gli hanno fatto cambiare idea. Ma scemo più scemo non fanno un film decente.

La pensano così gli americani: la pellicola negli Usa ha incassato solo 12 milioni di dollari, pochi per un sedicente capolavoro. Comunque sempre troppi in cambio della fuffa che ci rifilano nel buio della sala. Quel che resta, infatti, sotto le battute è la solita filosofietta da asilo Mariuccia: bisogna imparare a vivere col dubbio, ad abbandonare la fiducia (la fede) nelle certezze religiose. Che coraggiosi i nostri Charles e Maher: Galileo e Giordano Bruno erano dei cacasotto al loro confronto.

Impavidi, ma scaltri. Nel film, le mazzate alle tre grandi religioni monoteiste sono mixate furbescamente a strampalate incursioni nel mondo new age, dal culto della Marijuana con sede ad Amsterdam (e ci mancherebbe), passando anche per sette come Scientology con i suoi alieni e il Mormonismo: le coppie sposate hanno in promessa per l’aldilà il pianeta Kolob.
Benedicimi padre

Beh, il messaggio è chiaro: Cristo vale quanto il Grande Spaghetto che scende sulla Terra da un’astronave, Maometto si faceva di oppio e gli ebrei un branco di bulimici fissati con la cucina kosher.

Vi sveliamo pure la trama, nella speranza che farete a meno di andarlo a vedere e di versare così il vostro obolo alla chiesa dei senza Dio. Bill Maher parte per un viaggio in giro per il mondo, da Gerusalemme al Vaticano, prendendo in esame quasi tutte le religioni più diffuse per svelarne l’ipocrisia, la corruzione e l’assurdità. Prelati e senatori cattolici, rabbini e imam musulmani fino ai semplici fedeli, si alternano davanti la macchina da presa di Charles, subendo le battutacce di un Maher che più di una volta rischia il linciaggio. Gli sketch sono del tipo: «Mi benedica padre perché ho peccato. Sono passati 40 anni dalla mia ultima confessione». Oppure: «Dio decide di avere un figlio, perciò mette in cinta una donna, ma lei rimane vergine. E il figlio può camminare sull’acqua e resuscitare i morti. Ma suo padre lo manda in missione suicida per salvare l’umanità. Il figlio muore, poco dopo resuscita e vola nello spazio per unirsi al padre». Insomma, scenette e scherzi da prete che andavano forte negli oratori vent’anni fa. Immancabili pure i predicatori che si arricchiscono proponendosi come discendenti diretti di Cristo, sua incarnazione portoricana.

Ridere si ride, ma occorre possedere una camionata di autoironia.
Meglio Odifreddi?

Vabbè, questo è quel che passa la nuova era obamiana. Si sarebbe tentati di benedire i nostri atei, seri e perbene, che si limitano a fare réclame sugli autobus o a scrivere libri per le solenni recensioni di Corrado Augias. Oppure, chiedere l’Oscar a Ermanno Olmi e il suo Centochiodi: dice le stesse cose dei due guitti made in Usa ma ha la raffinatezza e lo spessore della cultura europea.

Però, pensandoci bene, meglio il ”Religulous” di questi intellettuali raffinati e istruiti, di tanti ErmmaniOlmi, MargheriteHack e GiorgiOddifreddi che fanno i gentleman ma poi le sparano come i due stravaccati yankee: «Bisogna essere deficienti per professarsi cattolici» (Odifreddi); «La religione è causa di tutte le guerre» (Olmi); «Dio non l’ho mai visto al mio telescopio» (Hack).

Questi seriosi atei non fanno neppure ridere. Meglio allora gli impresentabili Charles e Maher con le loro tre scimmiette: giocano duro e a carte scoperte. Sotto il ghigno c’è lo stesso odio per duemila anni che puzzano di incenso e di sterco, zeppi di sangue e miracoli, guerre e martiri. Imbrogliano la storia, la circostanza santa e dannata dove i povericristi gridano e pregano il Cielo. Disturbati mentali per chi ha sostituito Dio con l’Io, la ragione con l’ossessione. Insomma una religione biologicamente depurata che spazza via chiese, moschee e sinagoghe e le rimpiazza con un’impossibile consolazione. Felicità come tecnica respiratoria, tutta polmoni e niente cervello. Fatevi una risata e se l’angoscia permane, consultate l’analista.

Ma basta tristezze, godetevi lo spettacolo. Al cinema.