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 2009  febbraio 05 Giovedì calendario

C’E’ TESI E TESI


Mi riferisco alla lettera «La fatica della tesi», pubblicata sul Sole24 Ore di ieri. Assegnare la tesi di laurea ha senso nei corsi di laurea magistrale, ove lo studente dimostra di esser capace di svolgere un lavoro di ricerca originale. Ha obiettivamente meno senso nei corsi triennali: non a caso in molti sistemi universitari stranieri la tesi non esiste, tutt’al più si chiedono dei "papers" di una ventina di pagine e di natura compilativa. Detto questo, i docenti e le Facoltà serie dovrebbero in segnare bene come si fa una tesi e soprattutto come si comincia: andando in biblioteca, consultando la rete in modo mirato e intelligente, compilando da soli una bibliografia di base (da verificare poi col docente) e così via. Se i professori non insegnano queste cose, sono colpevoli, se le facoltà non controllano, sono colpevoli. Ma a volte sono gli studenti a non seguire regole e consigli a considerare la tesi un lavoro solitario. Anche a me capita di ricevere e-mail che chiedono generiche bibliografie o i titoli di mie pubblicazioni (peraltro disponibili sulla mia homepage). E a volte mi è anche successo di leggere tesi (o lunghi brani di tesi) scaricate direttamente da internet. La rete è una grande risorsa per chi studia, ma è anche una grande tentazione per prendere scorciatoie. Non è solo la tesi di laurea, ma l’intero rapporto educativo fra studenti e docenti che va profondamente ripensato. Superando prima possibile quello che invece è uno dei più grandi tabù del nostro sistema: la cosiddetta ’frequenza non obbligatoria", un’anomalia tutta italiana che porta l’università a funzionare come semplice esamificio e diplomificio.
Maurizio Ferrera