Focus, febbraio 2009, 5 febbraio 2009
Che l’omosessualità sia, almeno in parte, ereditaria, cioè che abbia una componente genetica, è stato reso abbastanza evidente dagli studi sui gemelli monozigoti: se infatti uno dei due gemelli è gay, l’altro ha il 50% delle possibilità di esserlo a sua volta
Che l’omosessualità sia, almeno in parte, ereditaria, cioè che abbia una componente genetica, è stato reso abbastanza evidente dagli studi sui gemelli monozigoti: se infatti uno dei due gemelli è gay, l’altro ha il 50% delle possibilità di esserlo a sua volta. Gli studiosi però si sono sempre chiesti come mai, dato che i rapporti tra omosessuali non portano alla riproduzione, i geni che predispongono questa forma di sessualità non tendano nel tempo a diminuire la loro diffusione. Brendan Zietsch, dell’Università di Brisbane (Australia), ha forse la risposta. Studiando 4.904 coppie di gemelli ha infatti accertato che gli stessi geni che portano all’omosessualità uno dei due gemelli favoriscono l’altro nei rapporti eterosessuali, e quindi nella diffusione dei geni dell’omosessualità. E questo perché, sostiene Zeitsch, un eterosessuale con caratteristiche somatichde e caratteriali più femminili (o maschili) è apprezzato dall’altro sesso e ha in genere una vita sessuale più intensa di un eterosessuale normale.