Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  febbraio 05 Giovedì calendario

INTERCETTAZIONI PATETICO BALLETTO


Prosegue lo stucchevole mercato tra maggioranza ed opposizione sul tema intercettazioni. Quel reato sì quello no, solo 30 giorni, facciamo 3 mesi e via così. A un cittadino con un minimo di spirito critico è evidente che una nuova legge sulle intercettazioni ha il solo scopo di aumentare le speranze d’impunità di politici e colletti bianchi. Rinunciare a un po’ della nostra privacy, a tutela della quale esistono precise norme, in cambio di una maggior sicurezza è uno scambio conveniente, anche pagando un modico contributo alle spese. Al cittadino parrebbe una soluzione più pratica garantire per iscritto l’impunità a politici e colletti bianchi pur di avere la garanzia che si riuscisse a condannare e far scontare la pena ai delinquenti comuni. Immaginiamo un paese in cui da 15 anni non esistessero più le intercettazioni o fossero limitate al punto in cui si vuole arrivare oggi. Alcuni boss mafiosi sarebbero a piede libero, lo scandalo dei furbetti delle scalate bancarie con le collusioni a livello del governatorato non sarebbe mai stato scoperto, con grave danno dei risparmiatori, i dossier illegali del Sismi e delle intercettazioni illegali della Telecom neppure (questi sì che sono attentati alla privacy), Calciopoli e Vallettopoli sarebbero ancora un mistero e migliaia di terroristi, omicidi, narcotrafficanti, stupratori, rapinatori, molestatori, truffatori sarebbero a piede libero (purtroppo per quelli finiti invece dentro c’è sempre l’indulto). E per concludere i costi sociali della corruzione, che le intercettazioni aiutano a debellare, sono infinitamente più alti di quelli della spesa statale per le intercettazioni stesse.
GIAN FRANCESCO UBOLDINI
Lei sa, perché lo ripeto spesso, che anch’io sono d’accordo sul fatto che la limitazione alle intercettazioni è soprattutto una misura che va a favore di politici e colletti bianchi, come dice. Per cui ha ragione a definire patetico il balletto in corso intorno alla loro regolamentazione.
Ma se prendiamo questa posizione bisogna essere coerenti: quando lei dice ad esempio che è disposto a perdere un po’ della sua libertà in cambio di maggiore sicurezza (e il trade-off è proprio questo) va ricordato un precedente. Quando, dopo l’11 settembre, il presidente Bush propose un ampliamento dell’uso delle intercettazioni, estendendo una rete che avrebbe coinvolto moltissimi cittadini, i liberal e i democratici americani, e i nostri sulla stessa onda, si dichiararono oltraggiati dal potere che questo dava allo Stato. Bisogna dunque pensare anche a quale strada stiamo prendendo, in un senso o nell’altro. Non sto sfuggendo: basta considerare che alcuni dei casi che lei cita - come Vallettopoli e Calciopoli - alla fine non si sono rivelati quello che le intercettazioni ci avevano fatto credere.