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 2009  febbraio 05 Giovedì calendario

ORA GOOGLE PUO’ SVELARE DOVE TI TROVI


Da oggi, i fanatici della connessione 24/7, ventiquattr’ore al giorno e tutti i giorni della settimana, avranno uno strumento in più. Si chiama Google Latitude, ed è l’evoluzione del pallino rosso con il «voi siete qui» delle mappe che ancora sopravvivono, agli angoli delle strade, per aiutare quei pochi turisti che ignorano l’esistenza del navigatore. Solo che il «voi», ora, è diventato «io».
Servono, nell’ordine, tre cose: un cellulare o un dispositivo wireless compatibili (ma funziona anche dal computer di casa); una connessione Internet; un account su Gmail. Ci si registra (su www.google.com/latitude),
si selezionano sulla rubrica i propri «contatti» e li si invita a fare lo stesso. Una volta attivato il sistema, il vostro telefonino permetterà al software creato dai cervelloni di Mountain View, California (già attivo in 27 Paesi, Italia inclusa), di «tracciare» i vostri spostamenti. Comunicandoli, con un’icona che compare sulle cartine di Google Maps, alle persone incluse nel vostro cerchio di «amici».
L’idea non è nuova, «e parte dal fatto che in alcuni Paesi i cellulari sono molti di più dei computer: tutti i grandi gruppi si stanno posizionando, e moltissime sono le startup, come Aka-Aki, o l’italiana Mobnotes» commenta Luca Conti, esperto di Internet e digitale, tra le voci più note della blogosfera italiana ( www.pandemia.info). «La differenza, ora, la fa il marchio e il numero di iscritti ai servizi Google: su Gmail ci sono quasi 100 milioni di caselle aperte...».
Per capire quanti amici sono in città e organizzare un cinema al volo, per sapere a che punto della tangenziale è la moglie e quando buttare la pasta. O, più subdolamente, per girare al largo quando in zona compare un collega importuno. Il livello di precisione, dicono da Google Italia, «dipende dal sistema di localizzazione: Gps, WiFi o cella telefonica. Il Gps può identificare la via, la cella passa da un ordine di 200 metri in città a un risultato meno preciso in posti sperduti ».
C’è, è vero, il problema della
privacy. Google giura che non conserverà i dati, ed esistono numerosi «filtri» sul livello di informazione che si sceglie di fornire ai contatti. La modalità di aggiornamento «può avvenire automaticamente (a condizione che il cellulare sia acceso e connesso), o può essere vincolato a un’azione dell’utente». Insomma, tener riservata quella gita fuori porta è possibile, anche senza ricorrere all’opzione «mascheratura »: cioè mentire, spudoratamente. Del tipo, «Giovanna è all’Argentario», mentre si è imbottigliati sulla Milano-Brescia. «Il fatto che tutto vada attivato volontariamente – chiude Conti – lo rende un sistema molto flessibile, che dovrebbe proteggere da eventuali abusi». Non dalla pubblicità, però: «Già ora l’advertising locale è stato molto implementato, magari in futuro ti comparirà l’icona del negozio dietro l’angolo, con l’offerta di uno sconto...». Perché dire ai propri amici «io sono qui» è gratis, certo. Ma quelli di Google, va detto, non è che ci tengano a fare i benefattori dell’umanità.