Ferdinando Maffioli, Il Giornale, 24/1/2009, 24 gennaio 2009
Posta a Milano. Le Poste milanesi sono in piena crisi di efficienza. Accade sempre di più che lettere urgenti vengano consegnate anche con due mesi di ritardo
Posta a Milano. Le Poste milanesi sono in piena crisi di efficienza. Accade sempre di più che lettere urgenti vengano consegnate anche con due mesi di ritardo. Eppure Milano ha una tradizione secolare nell’ambito della corrispondenza. I Visconti furono pionieri del settore. Formule standard tipo "Partentur non celeriter sed fulminatissime per caballarium postarum" venivano utilizzate per indicare l’urgenza della consegna. Sulle buste, poi, era consuetudine disegnare delle forche per ricordare la pena per smarrimenti e ritardi. Nei secoli XIV e XV una lettera da Milano a Parigi impiegava in media 16 giorni, da Lione 10, da Avignone 8, da Genova 3, da Roma 11, da Bologna e Venezia 4, da Firenze 7. Nel 1536 le disposizioni del Maestro delle Poste precisavano che potevano essere assunti come corrieri persone "pie, capaci e fidate". Ogni corriere era tenuto a sottoscrivere sulla busta giorno e ora della consegna affinchè "si veda chi non farà il suo debito". Il costo della corrispondenza dipendeva da 2 elementi: peso e numero dei fogli. Si usava, inoltre, pagare metà alla consegna della lettera lasciando il resto al destinatario. Un decreto di Filippo III, del giugno 1599, regolamentava modalità di spedizione di corrieri e staffeffe. Imponeva poi l’obbligo di tenere aperto al pubblico un Ufficio in Piazza Mercanti. Nel Seicento partiva un corriere "ordinario" al mese per la Spagna, ogni mercoledì per Roma, Venezia, Praga e le Fiandre, ogni sabato per Venezia e Torino, ogni domenica per Genova, ogni due settimane per Lione. I postini di allora percorrevano a piedi anche 50 o 60 chilometri al giorno.