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 2009  febbraio 03 Martedì calendario

MA L’URLO DI GOLIA NON COPRA DAVIDE


Il dottor Vittorio Ferrero, amministratore delegato di Trevisan Cometal, non può permettersi di conferire direttamente con palmo Chigi. Ma la nota in arrivo da un piccolo grande player,mondiale dell’impiantistica dell’alluminio merita un attimo di attenzione: gli ordinativi alla sezione Engineenng stanno calando a una velocità da F1. Il portafoglio ordini, in media 67 milioni, è sceso a 38. L’ordine medio di gennaio ammonta a 1,4 milioni (contro 5,1 del gennaio 1008).
Come reagire? Il cda veronese non bussa al sistema bancario o alle casse pubbliche. Anche perché sa benissimo che non avrà (e probabilmente non vorrà avere) trattamenti particolari. Ma informa il mercato che l’ad ha tutte le deleghe per intervenire sui costi.
Spostiamoci a Cinisello Balsamo, alla sede di Federmacchine, associazione che rappresenta un settore da 25 miliardi di fafturato, il 60% rivolto all’export.
Il segretario generale Alfredo Mariotti ha appena spedito una lettera al «Pregiatissimo Professor Onorevole Giulio Tremonti». Ad essa è allegato l’indice degli ordini del settore macchine utensili da cui «si evince che, senza interventi che agevolino la domanda, il settore è destinato nel breve periodo (sottolineato nel testo) a sparire».
Per evitare il disastro, è il suggerimento, si potrebbe dar corpo allo strumento degli «ammortamenti liberi» per beni ad elevata tecnologia ordinat nei sei mesi seguenti al provvedimento e consegnati nei successivi 24 mesi». Una riunione, insomma della mai dimenticata Tremonti.
Troppo facile comporrre questi segnali al grido d’allarme alle richieste dell’industria dell’auto. Facile e sbagliato. Perché la Fiat è uno dei motori, anche se non l’unico, del sistema meccanica automazione.
Ma non è il caso di ascoltare solo l’urlo di Golia, destinato a sovrastare i tanti, piccoli Davide. Soprattutto in banca. Fa piacere che le grandi banche nostrane (ma anche il Crédit Agricole, che in Italia si è assicurata Cariparma, il gioiello di Banca Intesa) rinspondano con rande sensibilità alle richieste del Lingotto.
Piacerebbe un intervento analogo, a livello di sistema a favore di aziende anche più competitive sui mercati.
Sarebbe splendido se fosse possibile erogare 3 miliardi di linee di credito ad aziende colpite dal crollo della domanda per il credit crunch che ha investito i potenziali clienti. Sarebbe un miracolo se questo intervento avvenisse con altrettanta rapidità senza intoppi per le garanzie da prestare o preoccupazioni per Basilea 2. Guai se l’unica politica economica nostrana fosse il solito to big to fail.