Gabriele Parpiglia, Chi, 11 febbraio 2009, 11 febbraio 2009
Belen Rodriguez ha deciso di raccontarsi a ”Chi” in un memoriale diviso in due puntate. Il racconto inizia da una motosega
Belen Rodriguez ha deciso di raccontarsi a ”Chi” in un memoriale diviso in due puntate. Il racconto inizia da una motosega. «La motosega di mio padre è stata il simbolo delle mie fuitine. Quando ero piccola, ha costruito per me e mia sorella una casetta sull’albero, dove ci rifugiavamo per suonare la chitarra, dipingere e bere il mate, un’infusione di erbe. Mia madre si fidava e ci lasciava dormire lì. Siccome, però, la sera volevamo andare in discoteca, per non farci scoprire avevo ricavato con la motosega di mio padre una botola all’interno della casa e dal foro, a tarda notte, scappavamo». Belen balla bene, a quei tempi è magrissima e il suo cuore batte per un ragazzo di nome Mariano. «Ero pazza di Mariano Buzzone. Lui per lungo tempo non mi ha filato. Ma quando ho compiuto 14 anni, il mio corpo di colpo è cambiato e anche l’atteggiamento di Mariano… Una sera, nascosti in una tenda, ci siamo scambiati il primo bacio. stato tremendo. Non mi è piaciuto. Un uomo che non sa baciare non sa fare tutto il resto». Messo da parte Mariano, Belen inizia a dedicarsi alla sua grande passione: la radio. «Ero la voce ufficiale della radio del liceo artistico Compleco Evangelico. Trasmettevo dalle sei del mattino fino alle otto, poi andavo a scuola. Il mio nuovo amore si chiamava Damian Decher, un pazzo. Con lui ho fatto per la prima volta l’amore: stupendo. Avevo 16 anni e non mi mancava nulla».