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 2009  febbraio 03 Martedì calendario

AFRICA

Lunedì 2 febbraio i delegati dei 53 stati membri dell’Unione Africana hanno eletto Gheddafi nuovo presidente dell’organizzazione intergovernativa che dal 2002 porta avanti il progetto di una integrazione politica ed economica del continente.
Il leader libico ha preparato la sua elezione con lettere personali a ognuno dei capi di stato africani in cui si è ammantato dell’immaginifico titolo di "re dei re", il titolo che si è fatto riconoscere nello scorso agosto da un consesso di duecento capitribù, autorevoli guide di vaste popolazioni.
Gheddafi è da sempre attento a inquadrare le proprie mosse politiche in soluzioni di immagine e di propaganda che ne esprimono l’ideologia di fondo. Cinque anni fa, sotto la tenda nel deserto che ospitò l’incontro, Berlusconi trovò il colonnello avvolto in una casacca che portava i volti di dodici tra i leader e gli ispiratori dei movimenti di liberazione africani del dopoguerra. Gheddafi ne era l’erede, così come Berlusconi arrivava come erede dei colonizzatori: la Italia era storicamente in debito, la Libia in credito.
Oggi Gheddafi è l’unico di quei leader ancora al potere, ed ha da tempo dismesso l’armamentario ideologico del panarabismo, progetto in crisi come la Lega Araba di cui egli ha disertato l’ultima riunione. Con il titolo di "re dei re", egli vuole accreditarsi come nuova guida del più promettente progetto del panafricanismo. E già promette di costruire i futuri "Stati Uniti d’Africa".