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 2009  febbraio 04 Mercoledì calendario

LA CASSA DEPOSITI NON SA QUANTE AZIONI POSSIEDE


Talmente strategica, ambita e importante da non sapere nemmeno quante partecipazioni azionarie ha in pancia. Si tratta del travaglio interiore che sta vivendo la Cassa depositi e prestiti, la supersocietà del ministero dell’economia guidata da Massimo Varazzani, uomo di assoluta fiducia del titolare di via XX Settembre, Giulio Tremonti. Ebbene sì, la Cassa, qualche tempo fa, ha bandito una gara che ha l’obiettivo di affidare la ricognizione di tutti i suoi beni di famiglia a una società esterna. Chi vincerà la gara, in particolare, dovrà produrre «un report indicante tutte le partecipazioni detenute dalla Cdp alla data della sua redazione, certificandone espressamente la completezza e l’esaustività». Il tutto da completare in 60 giorni e a fronte di un compenso di 210 mila euro. Ma come, qualcuno si sta chiedendo, possibile che la Cassa non sappia quali e quante partecipazioni ha? Tanto più che sul sito le quote possedute della società di Varazzani sono messe in bella mostra: il 35% di Poste, il 10% di Eni, il 10,1% di Enel, il 30% di Terna e così via. Dalla Cdp fanno sapere che lo screening serve in realtà a svelare le piccole partecipazioni accumulate dalla Cassa nel corso di decenni, quando non era nemmeno una spa. E per far questo serve una società esterna e 210 mila euro.