Giordano Stabile, La stampa 3/2/2009, 3 febbraio 2009
CAMBRIDGE, UNA SCARPA CONTRO WEN
George W. Bush ne aveva schivate due con prontezza di riflessi e l’agilità, per quanto appannata, di un ex giocatore di football. Il primo ministro cinese, Wen Jiabao, con i suoi capelli impeccabilmente neri a 66 anni, perfettamente pettinati, non si è neppure scansato e ha guardato in tralice la scarpa che passava a poco più di un metro dalla sua testa.
La nuova forma di dissenso, lanciata dal giornalista Muntadhar Al Zeidi lo scorso 14 dicembre contro l’allora presidente degli Stati Uniti, ha trovato il suo primo imitatore concreto in uno studente (europea, il nome non è stato comunicato) che partecipava a una conferenza del primo ministro di Pechino nella sala da concerto dell’Università di Cambridge. Il ragazzo è stato subito portato via - con modi un po’ meno rudi di quelli riservati dalle forze di sicurezza irachene ad Al Zeidi - mentre gridava «è uno scandalo» e manifestava il suo disappunto per l’onore concesso al numero due della Cina. «Come potete ascoltare le menzogne che racconta questo dittatore? Perché non lo contraddite? Come può questa università prostrarsi così?», ha urlato e poi si è messo a soffiare in un fischietto, come a una manifestazione sindacale. «Alzatevi e protestate», ha concluso.
Nessuno l’ha seguito, qualcuno ha gridato «vergognati», anche perché si trattava in maggioranza di studenti cinesi che frequentano l’università in Gran Bretagna, la crema della futura dirigenza, molto nazionalista e molto orgogliosa dei successi economici dell’Impero di mezzo, tornato grande sotto la bandiera rossa con cinque stelle. Wen, a capo dell’esecutivo di Pechino dal 2003, ha ripreso a parlare senza apparente emozione, ma ha voluto chiosare il gesto inusuale: «Questo comportamento riprovevole non comprometterà l’amicizia tra la Cina e il Regno Unito». E tutta la platea ha applaudito. I consensi non gli sono mancati in tutte le cinque tappe del suo viaggio in Europa - da Davos a Londra passando per Bruxelles - dove ha fatto pesare il suo pragmatismo e le dimensioni di un’economia che anche in tempo di crisi viaggia con ritmi di crescita tra il 6 e l’8 per cento.
Il giovane lanciatore di scarpe è stato invece arrestato con l’accusa di disturbo dell’ordine pubblico e interrogato in un vicino commissariato. Non si capisce se diventerà una star come Al Zeidi, osannato sui siti arabi, al quale un artista iracheno ha dedicato una scultura alta quattro metri a Tikrit: rappresentava con notevole realismo la scarpa numero 44 che aveva sfiorato l’ex presidente americano. Ma è stata rimossa subito, su ordine di un imbarazzato governo di Baghdad.