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 2009  febbraio 03 Martedì calendario

IL WHISKY SCOZZESE NON CONOSCE CRISI CRESCONO CONSUMI E FATTURATO


In mezzo a tante cattive notizie sullo stato dell´economia britannica (e mondiale), eccone una che consente, letteralmente, di brindare: il whisky scozzese sta attraversando un formidabile boom. Non è che i sudditi si Sua Maestà si consolino bevendone più del solito, anzi, il consumo nazionale è leggermente calato, bensì sono le esportazioni ad avere messo le ali, conquistando mercati completamente nuovi che hanno fatto salire prodigiosamente il fatturato. L´avanzata più forte si registra in Estremo Oriente, specialmente per il whisky maturato nelle botti per almeno dieci anni, dunque di più alta qualità e più alto prezzo. In Cina le vendite sono passate da 1 milione di sterline nel 2001 a 70 milioni di sterline nel 2007, secondo dati della Scotch Whisky Association. Un altro mercato dove la bevanda alcolica tipica della Scozia si è affermata in anni recenti è la Russia, in cui fa ormai concorrenza alla vodka. Globalmente, il consumo mondiale di whisky è salito nel 2007 a 318 milioni di litri, un aumento del 15% rispetto al 1997, con un fatturato di 2,8 miliardi di sterline, +18% rispetto a dieci anni prima. Molte aziende, come la Macallan Distillery, hanno restaurato vecchie distillerie in disuso per fare fronte all´accresciuta domanda. Ecco una nicchia, con ghiaccio o senza, che non conosce crisi.
Enrico Franceschini
[precipita l´industria tedesca]
Precipita peggio di ogni aspettativa la crisi dell´industria manifatturiera tedesca, e minaccia di innescare una reazione a catena che potrebbe aggravare la crisi economica e finanziaria nell´intera Europa. Le 500 maggiori aziende del paese hanno cominciato a tagliare i dipendenti in esubero a ritmo acceleratissimo, come non avveniva da ben 13 anni. Ridurre i costi ad ogni costo è l´amaro imperativo. Quindi nei maggiori gruppi l´orario di lavoro corto, di fatto cioè una semi-cassa integrazione, è già realtà di massa. E decine e decine di migliaia di lavoratori che nel più forte (e finora più garantito) sistema industriale del Vecchio continente erano stati assunti a tempo vengono semplicemente licenziati. Quanto sta avvenendo, secondo una rilevazione dell´indice Markit-de, è soprattutto la conseguenza dei lunghi stop alla produzione e dell´orario corto introdotto in massa nel comparto auto. Decisioni che si ripercuotono sull´immensa area dell´indotto. Ieri il consiglio di fabbrica del big dell´indotto Schaeffler (l´azienda che scala Continental) ha lanciato un drammatico appello al governo e alle parti sociali: intervenite subito, ne va della salvezza del gruppo. Per oggi sono attesi annunci su una probabile introduzione dell´orario corto in quasi tutti i 25 stabilimenti dell´azienda in Germania. E´ non è che un esempio tra tanti.