Guido Ruotolo, La Stampa 4/2/2009, pagina 10, 4 febbraio 2009
Quando l’altra sera l’uomo Telecom ha sgranato il «rosario» Genchi, i componenti del Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, sono rimasti di stucco: «Il dottor Genchi dal 2004 al 2008 ha chiesto le intestazioni anagrafiche di utenze fisse e mobili di 5
Quando l’altra sera l’uomo Telecom ha sgranato il «rosario» Genchi, i componenti del Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, sono rimasti di stucco: «Il dottor Genchi dal 2004 al 2008 ha chiesto le intestazioni anagrafiche di utenze fisse e mobili di 5.500.000 persone. Dal 2002 ad oggi, ha acquisito e sviluppato 24.000 tabulati telefonici. Un terzo di questi dati li ha acquisiti attraverso le deleghe ottenute dalla Procura di Catanzaro». Dunque, il dottor Genchi ha immagazzinato le schede anagrafiche - data di nascita, residenza, professione, codice fiscale dei titolari dei contratti - di quasi il dieci per cento degli italiani. Legittima obiezione: diverse utenze vengono utilizzate dalla stessa persona e quindi la media potrebbe abbassarsi al 5 per cento o giù di lì. Ma questi dati si riferiscono soltanto alla Telecom. Mancano all’appello quelli degli altri gestori della telefonia fissa e mobile. La Wind ha comunicato che Genchi, su delega di Catanzaro, ha trasmesso circa 160.000 dati identificativi dei cellulari (’record”). Il gestore «3», ne ha trasmessi «68.000». Per la Vodafone-Omnitel, il rapporto del Ros dei carabinieri, che ha acquisito e studiato i dati del cosiddetto «archivio» Genchi su delega della Procura generale di Catanzaro, rileva questa anomalia: «La Vodafone comunicava che il dottor Gioacchino Genchi disponeva delle credenziali ”GGENCHI”, ottenute con decreto della Procura di Marsala, con le quali lo stesso consulente tecnico» aveva chiesto informazioni sugli «intestatari anagrafici (circa 50.000 utenze) emergenti nel procedimento penale ”Why Not?” della Procura di Catanzaro». Singolare, la scoperta del Ros dei carabinieri. Dunque, Gioacchino Genchi, privato cittadino e consulente tecnico del pm Luigi De Magistris, aveva ottenuto dalla Vodafone la chiave d’accesso per accedere al portale «Vodafone-Agweb», attraverso il quale controllare i clienti «Vodafone-Omnitel» che a lui interessavano. Quella autorizzata dal pm Luigi De Magistris (’GGENCHI03”) non viene mai attivata («Genchi non ha mai effettuato interrogazioni con le credenziali predette»). Invece - scopre il Ros dei carabinieri - quella autorizzata dalla Procura di Marsala, Trapani, Sicilia, viene utilizzata da Genchi per raccogliere informazioni utili all’inchiesta di Catanzaro. Ma le «sorprese» dell’archivio Genchi non finiscono qui. Il Ros abbina «le utenze ai relativi intestatari per le quali Genchi aveva richiesto i tabulati di traffico telefonico con le schede anagrafiche fornite dai gestori telefonici. L’elenco così ottenuto presenta 528 utenze». E che utenze. «Genchi aveva elaborato i tabulati di traffico telefonico riconducibili al Senato, alla Camera, alla Presidenza del Consiglio dei ministri, a ministeri (Difesa, Interno, Economia e Finanza, Giustizia), alla Direzione nazionale antimafia, a direzioni di partiti politici, ad amministrazioni comunali e, finanche, a numeri privati di magistrati». Per il Ros, in alcuni casi Genchi conosceva bene l’identità di chi utilizzava quei cellulari. Personalità protette come nel caso di parlamentari (Mastella, Pisanu, Minniti, Gozi, Kessler) o di funzionari dei servizi segreti (Nicolò Pollari, Gustavo Pigniero, Marco Mancini). «Si ritiene - denuncia il rapporto del Ros - che Gioacchino Genchi abbia acquisito conoscenza della sicura riconducibilità di molti degli intestatari già prima delle richieste di emissione dei decreti di acquisizione dei dati di traffico telefonico. In alcuni casi è lo stesso consulente che associa in modo inequivoco le utenze da esaminare a enti istituzionali», senza sapere chi le usasse, «potendo trattarsi anche di parlamentari». Ed è per questo che il Ros si è fermato. Ma in altri casi, «il consulente ha agito per acquisire i tabulati di utenze telefoniche che egli stesso riconduce a persone investite di ruoli istituzionali, tutelati da normative specifiche». I rapporti del Ros sono adesso all’esame della Procura di Roma e, per la parte che le compete, al Copasir. Che, a breve, trasmetterà una relazione al Parlamento. Guido Ruotolo