Aldo Cazzullo, Corriere della sera 3/2/2009, 3 febbraio 2009
GUAZZALOCA RACCONTA UN CALVARIO DA SINDACO
13 agosto 1999, un mese e mezzo dopo l’elezione a sindaco, Guazzaloca scopre di essere malato». Quella mattina è andato al Rizzoli per una Tac: vuole finalmente capire la causa di quel dolore quasi costante al fianco, che lo accompagna fin dal giorno in cui ha annunciato la candidatura. «I medici gli dicono: è una frattura spontanea, ma l’osso non si aggiusta perché c’è qualcosa che lo impedisce ». Mieloma multiplo. Il nuovo sindaco di Bologna, l’uomo che ha interrotto l’egemonia rossa, fatto vacillare il governo D’Alema, richiamato in città giornalisti americani e giapponesi, rischia di morire.
Le pagine in cui Giorgio Guazzaloca racconta la sua malattia sono, con quelle dedicate alla adolescenza passata nelle botteghe di macellaio, le più riuscite della biografia affidata ad Alberto Mazzuca, Guazzaloca. Una vita in salita (Medimond, prefazione di Giancarlo Pasquino, pp. 224, e 10).
Una storia piena di dettagli e notizie inedite, che Guazzaloca avrebbe forse fatto meglio a raccontare con la propria voce, anziché ricorrere alla terza persona creando a lungo andare un inevitabile effetto autocelebrativo.
Ma il racconto della battaglia contro la malattia è scritto con un’asciuttezza e un’essenzialità da far pensare a un omaggio all’uomo che Guazzaloca considera un maestro di stile prima che di vita, Indro Montanelli, che con Enzo Ferrari, il cardinale Biffi e Fortebraccio compone il pantheon dei suoi eroi.
«Piuttosto che un secondo trapianto preferisco morire» è la risposta che il sindaco dà all’ematologo che lo vuole sottoporre a un nuovo intervento. Da oltre un anno Guazzaloca vive tra gli ospedali e Palazzo d’Accursio. Chemioterapia, praticata in un primo tempo a casa, di nascosto, due ore ogni mattina. Poi una meningite. Il primo trapianto, gli effetti collaterali, la stomatite, il rifiuto del cibo. I capelli che cadono, i chili persi.
E poi, passo passo, la risalita, la rinascita, il mandato portato a termine, la sconfitta contro Cofferati considerato una sorta di usurpatore che a lungo andare sarà sconfitto: l’ex leader della Cgil abbandona Bologna, Guazzaloca è di nuovo qui, a inseguire il sogno di tornare sindaco.